Criptovalute minacciano stabilità euro, urgente proteggersi dai rischi finanziari imminenti
Il presidente della Consob Paolo Savona descrive l’attuale mercato come stabile ma con molte questioni irrisolte, tra cui nuove strutture dei dazi, minore cooperazione tra Stati e conflitti. Evidenzia le differenti strategie globali sulle criptovalute: gli Stati Uniti creano un quadro giuridico favorevole, la Cina le vieta mentre l’Europa si colloca in una posizione intermedia, legittimando l’uso di stablecoin. Savona sottolinea i rischi per l’Europa derivanti da criptovalute estere e l’importanza di sviluppare un euro digitale sicuro per garantire stabilità. L’educazione finanziaria e la competizione tecnologica, in particolare tra Usa e Cina, sono temi chiave per affrontare le future sfide globali.
Le sfide della stabilità finanziaria tra crisi globali e innovazioni digitali
ROMA (ITALPRESS) – Il mercato attuale può essere definito un periodo di apparente quiete, nonostante permangano numerosi problemi irrisolti come la ristrutturazione dei dazi mondiali, la diminuzione della cooperazione tra Stati e i conflitti in corso. La situazione non è migliorata, ma si è stabilizzata, permettendo agli attuali governanti di trasmettere un messaggio di serenità nel sistema finanziario. Poiché questo sistema rappresenta il risparmio delle famiglie, anche queste ultime possono tirare un sospiro di sollievo. Questo stato di calma però non cancella le criticità esistenti, sottolinea Paolo Savona, presidente della Consob, durante un’intervista con Roberto Sommella di Milano Finanza.
Savona approfondisce poi il tema delle criptovalute e delle stablecoin, evidenziando come gli Stati Uniti abbiano iniziato a costruire un quadro giuridico per regolamentare il loro utilizzo, riconoscendo la responsabilità degli utenti nel dare valore a queste monete private. La Cina, al contrario, ha scelto di proibirne l’uso e la creazione, mentre l’Europa si trova in una posizione intermedia. In questo contesto, la presenza di una stablecoin riconosciuta in Europa rappresenta un primo passo verso una regolamentazione più chiara e un incremento degli investimenti in questo settore.
Il rischio maggiore per l’area euro, secondo Savona, non deriva dalle stablecoin europee, ma da quelle emesse all’esterno, come evidenziato anche dal Financial Stability Board. Sul modo migliore per affrontare questa sfida lascia la parola alle autorità competenti, pur sottolineando la responsabilità collettiva di proteggere risparmio e investimenti. Ritiene indispensabile affrontare il problema con strumenti efficaci, come la creazione di un euro digitale, che non solo sostituisca le criptovalute esistenti, ma offra anche caratteristiche di sicurezza e stabilità che lo rendano un asset solido e competitivo a livello globale.
Savona avverte che lo Stato si troverà a dover scegliere tra aumentare il debito pubblico o le tasse, rischiando di innescare un circolo vizioso. Senza adeguate difese, la guerra valutaria globale potrà mettere a rischio strutture fondamentali della società. L’educazione finanziaria è quindi cruciale, specialmente in un mondo sempre più connesso attraverso strumenti digitali e satellitari. Il vero scontro geopolitico, sostiene Savona, riguarda infatti la supremazia tecnologica tra Stati Uniti e Cina, soprattutto nell’ambito dei computer quantistici, che potrebbero controllare tutte le informazioni globali. Anche la Bce dovrà svolgere un ruolo attento nel garantire la stabilità monetaria dell’Eurosistema, fronteggiando rischi che possono arrivare dall’esterno e influenzare profondamente il sistema finanziario europeo.
Stabilità finanziaria, criptovalute e sfide globali: il punto di vista di Paolo Savona
Il mercato si trova in una fase di apparente quiete che, secondo il presidente della Consob Paolo Savona, non va interpretata come un miglioramento reale della situazione globale. I problemi rimangono numerosi, dalla riorganizzazione delle tariffe doganali a livello mondiale al diminuire della cooperazione internazionale, fino ai conflitti bellici. Questa calma momentanea riflette principalmente una stabilizzazione, che deriva dalla percezione di serenità trasmessa dai governi attuali al sistema finanziario. Tale sistema si basa sul risparmio delle famiglie, che percepiscono un attimo di respiro, ma non significa che le criticità siano scomparse.
Savona affronta poi il nodo delle criptovalute, mettendo in luce come diverse aree del mondo stiano adottando approcci differenti. Gli Stati Uniti hanno iniziato a costruire un quadro normativo che lega le valute digitali a un sistema giuridico definito, permettendo agli investitori una certa protezione. Al contrario, la Cina ha scelto una linea dura proibendo la creazione e l’uso di tali monete, mentre l’Europa si colloca in una posizione intermedia, privilegiando alcune stablecoin in modo regolamentato. Questo scenario genera una complessità crescente, con rischi soprattutto per l’area dell’euro legati a fattori esterni.
Riguardo all’Europa, il presidente Consob sottolinea che la minaccia principale deriva dall’esterno dell’area dell’euro, come evidenziato dal Financial Stability Board. Le soluzioni non sono immediate e spettano alle autorità competenti, ma savona enfatizza la responsabilità condivisa nella tutela del risparmio e degli investimenti. Per affrontare queste sfide è necessaria una trasformazione profonda del sistema finanziario, in cui l’euro digitale possa assumere un ruolo centrale e distinto dalle criptovalute in circolazione, allineandosi a principi di stabilità e sicurezza.
Infine, Savona mette in guardia sugli effetti di una potenziale nuova guerra valutaria che potrebbe colpire la società a livello strutturale, esortando alla necessità di elevare l’educazione finanziaria per adattarsi a un mondo sempre più digitalizzato e interconnesso. Il confronto tra Stati Uniti e Cina si gioca soprattutto nella supremazia tecnologica, in particolare nel campo dei computer quantistici, dai quali dipenderà la capacità di accedere e controllare le informazioni globali. La Bce, nel suo ruolo di garante della stabilità monetaria, non può ignorare tali rischi che provengono dall’esterno e che minacciano l’equilibrio del sistema europeo.
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