Nuovo reparto di salute mentale per adolescenti inaugurato all’ospedale Maggiore di Bologna.

Nuovo reparto di salute mentale per adolescenti inaugurato all’ospedale Maggiore di Bologna.

Inaugurato a Bologna il Nuovo Reparto di Psichiatria per Minori BOLOGNA (ITALPRESS) – Sette posti...

Inaugurato a Bologna il Nuovo Reparto di Psichiatria per Minori

BOLOGNA (ITALPRESS) – Sette posti letto dedicati a giovani tra gli 11 e i 17 anni che affrontano momenti di difficoltà e fragilità psicologica. È stato inaugurato questa mattina il nuovo reparto di Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva presso l’ospedale Maggiore di Bologna. Qui, i ragazzi possono contare su un team composto da quasi 30 professionisti, tra cui psicologi, neuropsichiatri, educatori e terapisti specializzati.

Questo reparto rappresenta una struttura fondamentale per l’Area Vasta Emilia Centrale, che include le province di Bologna, Imola e Ferrara, ed è il secondo di questo tipo in regione, seguendo l’esempio dell’Ausl Romagna e del reparto presso l’ospedale Infermi di Rimini. L’evento di inaugurazione ha visto la partecipazione del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e dell’assessora Isabella Conti, delegata alle politiche socioeducative per l’infanzia e l’adolescenza.

Un Approccio Innovativo per il Benessere dei Giovani

Una delle principali innovazioni di questo reparto è la sua dedicazione esclusiva ai giovani che vivono crisi acute legate al loro benessere mentale. All’interno della struttura sono previste camere singole e spazi progettati per la musica, il relax e la condivisione. Sono stati assunti professionisti altamente qualificati per gestire un’ampia gamma di interventi necessari in questo particolare settore dell’assistenza sanitaria. Il focus è di rendere i ragazzi protagonisti del loro percorso di cura, coinvolgendoli nel progetto, nelle attività diagnostiche e terapeutiche, sia individuali che di gruppo.

Il modello assistenziale è pensato per garantire permanenze brevi, mediamente di 15 giorni, con un massimo di 45 giorni. Importante è il coinvolgimento delle famiglie e dei caregiver nei processi di cura, promuovendo una rete di sostegno attorno ai giovani. Questo approccio mira non solo ad alleviare la sofferenza, ma anche a ridurre il tempo di permanenza in ospedale, favorendo un recupero più rapido e integrato.


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