Allarme depressione, undici milioni di italiani assumono psicofarmaci

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Allarme depressione. I numeri sono preoccupanti, si parla di undici milioni di italiani che ogni giorno assumono medicine per curare la depressione.

I dati sono forniti dall’Agenzia per il farmaco e le indagini condotte dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa.

Allarme depressione: in Italia si ricorre agli psicofarmaci quattro volte più della media europea

Quattro volte più della media europea. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima in 300 milioni le persone che ne soffrono, il 4,4% della popolazione globale. Da noi, però, la percentuale sfiora il 20%.

Un malato di depressione su due giudica inutile il trattamento, convinto di potersela cavare da solo acquistando e assumendo in autonomia e senza controllo medico alcuni farmaci.

Il consumo di antidepressivi in Europa è aumentato del 20%. In Italia, la spesa annuale per questo tipo di medicinali ha raggiunto gli 800 milioni di euro.

Come riporta La Stampa, secondo alcuni studiosi nel 2030 la depressione, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva.

I costi

I costi legati al trattamento della salute mentale sono «emergenziali»: 240 miliardi di euro all’anno. Il servizio sanitario nazionale prevede che il paziente possa rivolgersi al medico di base, e sarà lui a decidere se indirizzarlo verso un terapeuta, un centro di salute mentale, o un consultorio, totalmente gratuito.

Il servizio sanitario nazionale prevede che il paziente possa rivolgersi al medico di base, e sarà lui a decidere se indirizzarlo verso un terapeuta, un centro di salute mentale, o un consultorio, totalmente gratuito.

Ammettere di avere bisogno di aiuto è il primo passo. La responsabilità del terapeuta è enorme. Basta una parola sbagliata per far ritirare il paziente. Accade più spesso con gli uomini che con le donne: quando un uomo sta male ha bisogno di essere preso in braccio come un bambino, le donne hanno più risorse per rimettersi in piedi.

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