Antonella Clerici critica i nuovi conduttori e la tv che non riesce a sopportare
Antonella Clerici ha parlato anche delle sue preferenze in termini di format televisivi, evidenziando un gusto netto per i programmi che privilegiano storie di persone comuni piuttosto che i format con protagonisti vip. “Adoro i people show perché raccontano le storie vissute realmente dalle persone. I personaggi famosi, invece, tendono a recitare un ruolo, e questo perde autenticità”, ha spiegato. Nonostante ciò, ha fatto un’eccezione per il Festival di Sanremo, che considera un evento televisivo unico e di grande valore culturale.
Un altro tema affrontato riguarda la durata e la struttura dei programmi. La Clerici sostiene che “la televisione ha bisogno di tempi più umani, con trasmissioni più brevi e con orari di inizio e fine più rispettosi del pubblico”. Secondo lei, infatti, quando un format si dilunga eccessivamente, ne risente la qualità. Questa opinione è condivisa anche da Alberto Dandolo, noto giornalista televisivo, il quale ha dichiarato a TV Sorrisi e Canzoni: “La tendenza a prolungare le trasmissioni oltre misura sta allontanando gli spettatori tradizionali” (TV Sorrisi e Canzoni, 2024).
Infine, la Clerici ha parlato del suo rapporto con i quiz: “Non sono portata per i quiz, mi definisco una chiacchierona e quando ho condotto Affari Tuoi ho cercato di dare un tono più giocoso e personale al programma”. In proposito ha aggiunto, con ironia, che i quiz sembrano più adatti a conduttori uomini, sottolineando però la sua preferenza per format in cui sia possibile mettere in gioco cuore, anima e sentimento.
Il pensiero di Antonella Clerici si inserisce in un più ampio dibattito sul ruolo dei conduttori donna in televisione, come evidenziato dalla recente intervista di Simona Ventura al Corriere della Sera, in cui ha ribadito l’importanza di valorizzare personalità femminili che sappiano portare emozione e autenticità sul piccolo schermo (Corriere della Sera, 2024).
L’intervista completa di Antonella Clerici sul Corriere della Sera rappresenta dunque un momento importante per riflettere sulle prospettive del piccolo schermo in Italia, suggerendo un equilibrio tra tradizione e innovazione, e una maggiore attenzione ai gusti e alle esigenze di un pubblico in continuo cambiamento.
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