Attacco dei talebani alla Radio Begum, la voce delle donne afghane

L’emittente Radio Begum in Afghanistan, dedicata all’empowerment femminile, è stata chiusa dai talebani per presunte violazioni. Accuse includono la collaborazione con tv estere e l’uso improprio della licenza. Fondata nel 2021 da Hamida Aman, offriva corsi educativi per ragazze. La sua chiusura rappresenta un duro colpo per l’emancipazione femminile in un Paese dove le donne subiscono un'”apartheid di genere”. Questo episodio evidenzia il crescente controllo e repressione delle libertà nel Paese, con le donne ancora una volta a rischio di perdere gli spazi di autonomia e di diritti conquistati.
Talebani colpiscono la libertà delle donne afghane
La scure dei talebani ha colpito nuovamente la libertà delle donne afghane, questa volta prendendo di mira Radio Begum, un’emittente che promuoveva l’empowerment femminile. Dopo un raid nella sede della capitale Kabul, la radio è stata costretta a chiudere e due dipendenti sono stati arrestati. L’accusa principale è stata quella di aver collaborato con emittenti straniere, un comportamento considerato inaccettabile dai talebani che governano il Paese con una visione rigida della sharia.
I vertici di Radio Begum hanno denunciato l’irruzione talebana, sottolineando che anche due dipendenti uomini sono stati arrestati nonostante non avessero ruoli dirigenziali. Computer, dischi rigidi e telefoni sono stati sequestrati durante il raid, mentre le autorità hanno dichiarato che la radio ha violato la legge islamica trasmettendo programmi ad emittenti straniere e sarebbe stata sospesa indefinitamente per ulteriori indagini.
Fondata dall’imprenditrice e giornalista Hamida Aman l’8 marzo 2021, Radio Begum offriva programmi educativi per ragazze afghane che avevano perso l’accesso all’istruzione formale dal ritorno dei talebani al potere nel 2021. Nel 2024 è stato lanciato Begum Tv, un canale satellitare con sede a Parigi finanziato parzialmente dal Malala Fund, che ha continuato a supportare l’emancipazione femminile nonostante le pressioni politiche.
L’Onu ha denunciato l'”apartheid di genere” in Afghanistan, dove l’emancipazione femminile è considerata una violazione della legge islamica. Questo atteggiamento ha già compromesso la libertà di stampa nel Paese, relegando le donne afghane a un ruolo di reiette senza diritti, con conseguenze devastanti sulla società e sulla democrazia.
La scure dei talebani si abbatte su Radio Begum
La libertà delle donne afghane è nuovamente minacciata dalla scure dei talebani, che hanno irrotto con violenza nella sede di Radio Begum a Kabul, costringendo l’emittente a chiudere e arrestando due dipendenti. L’accusa principale contro di loro è stata quella di aver collaborato con emittenti televisive estere, un gesto considerato inammissibile dal regime talebano che governa con interpretazioni rigide della sharia.
I vertici di Radio Begum hanno denunciato l’operazione talebana, sottolineando come due dipendenti uomini, senza ruoli direttivi, siano stati arrestati insieme al sequestro di computer, dischi rigidi e telefoni. Secondo la versione dei talebani, l’emittente avrebbe violato diverse norme trasmettendo programmi a una stazione televisiva straniera e diffondendo contenuti non autorizzati.
Fondata nel 2021 da Hamida Aman, Radio Begum ha sempre promosso l’empowerment femminile, offrendo programmi educativi alle ragazze afghane a cui era stato impedito l’accesso all’istruzione formale. Tuttavia, il regime talebano considera l’emancipazione femminile una violazione della legge islamica, perpetuando così l’apartheid di genere e limitando ulteriormente i diritti delle donne afghane.
Nonostante l’impegno di Radio Begum a servire la comunità afghana, la libertà di stampa è minacciata e le donne sono nuovamente discriminate. La chiusura dell’emittente e l’arresto dei dipendenti rappresentano un passo indietro per la democrazia e i diritti umani in Afghanistan, mentre la comunità internazionale continua a monitorare la situazione con preoccupazione.
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