Aumento dei consumi in Italia, ma incertezze sui dazi e occupazione sotto la media UE.

Aumento dei consumi in Italia, ma incertezze sui dazi e occupazione sotto la media UE.

Il Rapporto Annuale 2025 dell'Istat, presentato alla Camera, stima una crescita dell'0,3% per...

Il Rapporto Annuale 2025 dell’Istat, presentato alla Camera, stima una crescita dell’0,3% per l’Italia nel primo trimestre del 2025, con un aumento annuale acquisito dello 0,4%. Nonostante un incremento degli occupati di 352 mila unità nel 2024, il tasso di occupazione rimane il più basso dell’UE, soprattutto per giovani e donne. L’andamento economico è frenato dalla debole domanda interna e dall’incertezza dei mercati esteri. Inoltre, oltre un quinto della popolazione vive a rischio di povertà, con incidenze più elevate nel Mezzogiorno. La popolazione italiana continua a diminuire, con crescita solo tra gli stranieri.

Analisi Economica e Sociali dell’Italia nel 2025

ROMA (ITALPRESS) – Le proiezioni preliminari per il primo trimestre del 2025 mostrano per l’Italia una crescita congiunturale dello 0,3%, con una crescita annuale acquisita dello 0,4%. Queste informazioni emergono dal Rapporto Annuale 2025 dell’Istat presentato oggi alla Camera. Le incertezze legate ai mercati esteri, influenzate dalle misure protezionistiche in fase di attuazione da parte degli Stati Uniti, pongono interrogativi sulle future dinamiche di crescita. Le stime indicano che il 2025 potrebbe registrare un rallentamento del tasso di crescita, condizionato dall’andamento della domanda interna e dai consumi delle famiglie, minacciati da un’inflazione in ripresa.

Nel 2024, nonostante l’aumento significativo del numero di occupati, la crescita ha rallentato, passando dall’1,5% dell’anno precedente al 2,1%. Questo incremento è principalmente dovuto alle assunzioni a tempo indeterminato, mentre quelle a termine hanno visto una diminuzione del 6,8%. A fine 2024, gli occupati hanno toccato i 23,9 milioni, un aumento di 352 mila unità, con un tasso di disoccupazione sceso al 6,5%. L’Italia, comunque, continua a presentare il più basso tasso di occupazione in Europa tra le fasce d’età 15-64 anni, a causa della partecipazione ridotta, in particolare delle giovani e delle donne.

L’economia italiana ha mantenuto una crescita modesta, con un aumento del PIL dello 0,7% nel 2024, un valore inferiore rispetto a paesi come Francia e Spagna. La domanda interna ha subito pressioni, insieme a un contributo esterno limitato. Gli investimenti fissi lordi hanno registrato un rallentamento significativo, influenzati da una minore spesa per abitazioni e impianti. Tuttavia, gli investimenti nell’edilizia non residenziale, sostenuti da fondi PNRR, hanno mostrato segni di crescita.

Un quinto della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale, con il Mezzogiorno evidenziato come l’area più vulnerabile. Al 1° gennaio 2025, la popolazione residente è scesa sotto i 59 milioni, un decremento causato da un saldo naturale negativo. Gli stranieri rappresentano l’unico gruppo in crescita, con 5,4 milioni di residenti e 1,9 milioni di nuovi cittadini italiani, soprattutto provenienti da paesi extra-UE.

Crescita economica e sfide sociali in Italia nel 2025

Le stime preliminari per il primo trimestre del 2025 indicano un incremento congiunturale dello 0,3% per l’Italia, pari a una crescita annua acquisita dello 0,4%. Questi dati emergono dal Rapporto Annuale 2025 dell’Istat, presentato alla Camera. Tuttavia, le prospettive di crescita si presentano incerte a causa delle misure protezionistiche adottate dall’amministrazione statunitense. Le previsioni di diversi organismi nazionali e internazionali evidenziano una possibile riduzione della crescita nel 2025, influenzata dall’andamento della domanda interna e dal potere d’acquisto delle famiglie, particolarmente impattati dalla ripresa dell’inflazione.

Nel 2024, il mercato del lavoro ha mostrato un aumento significativo degli occupati, sebbene a un ritmo inferiore rispetto all’anno precedente (+1,5%, rispetto al +2,1%). Maggiore è stata la crescita della componente a tempo indeterminato, mentre il lavoro a termine ha registrato una flessione del 6,8%. A fine anno, il numero di occupati ha raggiunto i 23,9 milioni, con un incremento di 352 mila unità. Il tasso di disoccupazione, sceso a 6,5%, ha visto una riduzione di 283 mila unità di disoccupati.

Nonostante i progressi, l’Italia continua a presentare il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni più basso d’Europa. Il tasso di inattività, il più elevato dell’UE27, è principalmente influenzato dalla scarsa partecipazione delle donne e dei giovani. Nel 2024, il 42,4% delle donne era inattivo, oltre 13 punti percentuali sopra la media europea. Un deciso numero di giovani tra i 15 e i 29 anni risulta NEET, con l’Italia seconda in Europa, dopo la Romania, nonostante una diminuzione dal 2019.

Nel 2024, oltre un quinto della popolazione italiana viveva a rischio di povertà o esclusione sociale, con il Mezzogiorno particolarmente colpito. La popolazione residente in Italia è scesa sotto i 59 milioni, a causa di un saldo negativo tra nascite e decessi. Gli unici gruppi in crescita comprendono gli stranieri e i nuovi cittadini italiani, con una comunità di 5,4 milioni di residenti stranieri, in prevalenza di origine romena, albanese e marocchina.

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