Autorità libiche rifiutano il piano Usa per la deportazione dei migranti.

Le Autorità Libiche Si Oppongono al Piano di Deportazione dei Migranti
Una Risposta Ferma alla Proposta dell’Amministrazione Trump
Le autorità libiche hanno espresso un netto rifiuto all’ipotesi di deportare migranti in Libia, avanzata dall’amministrazione Trump. Nonostante le divisioni politiche interne al Paese, la posizione è stata chiara: si tratta di un piano inaccettabile e una palese violazione della sovranità nazionale. Il Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibeh, leader del Governo di Unità Nazionale (GNU) con sede a Tripoli, ha dichiarato sulla piattaforma X, "La Libia rifiuta di essere una destinazione per la deportazione dei migranti sotto qualsiasi pretesto." Questa presa di posizione è stata condivisa da vari esponenti della politica libica, evidenziando un fronte compatto contro le proposte statunitensi.
La Sentenza del Giudice Federale Statunitense
La reazione delle autorità libiche è stata accelerata dall’ordinanza emessa dal giudice federale Brian Murphy a Boston, che ha stabilito un blocco temporaneo delle deportazioni verso la Libia. Il giudice ha affermato che tali deportazioni violerebbero chiaramente un’ingiunzione precedente, tutelando i diritti dei migranti a un giusto processo, inclusa la possibilità di contestare legalmente le loro espulsioni. Questa decisione è stata accolta con favore da vari gruppi per i diritti umani, mentre negli Stati Uniti vi sono state crescenti preoccupazioni per le azioni dell’amministrazione Trump in materia di migranti.
Secondo fonti ufficiali, tra cui documenti del Dipartimento di Stato statunitense, le autorità americane avevano già pianificato l’inizio di voli per deportazioni in Libia. Nonostante ciò, il Dipartimento di Stato continua a sconsigliare viaggi in Libia a causa di elevati rischi di criminalità, terrorismo e disordini civili. Pertanto, la risposta della Libia si è dimostrata non solo un atto di difesa dei diritti umani, ma anche una protezione della sua stabilità interna.
Il Parere del Comando dell’Esercito Nazionale Libico
Un ruolo significativo nella condanna delle deportazioni è stato giocato dall’Esercito Nazionale Libico (LNA), guidato dal generale Khalifa Haftar. I rappresentanti militari hanno negato categoricamente qualsiasi coordinamento con gli Stati Uniti riguardo a tali deportazioni. Il generale di divisione Khaled Al-Mahjoub ha definito le notizie sulle deportazioni "completamente false e inaccettabili," sottolineando che non esiste alcun accordo che preveda l’accoglienza di deportati in Libia. Ha anche chiarito che non consentiranno alcun volo attraverso aeroporti o confini controllati dal LNA.
Queste dichiarazioni evidenziano come l’intera struttura di potere libica sia unita nel difendere la sovranità nazionale, mostrando una resistenza forte non solo contro le deportazioni, ma anche contro qualsiasi ingerenza esterna.
Le Dichiarazioni del Ministro degli Esteri
Abdel-Hadi Al-Hwaij, ministro degli Esteri del governo designato dal parlamento di Bengasi, ha ribadito il rifiuto assoluto di qualsiasi accordo legato all’insediamento di migranti in Libia. Ha esclamato: "I quadri giuridici e diplomatici del nostro Paese non consentono tali operazioni." Questo richiamo alla legalità internazionale mette in evidenza il tentativo della Libia di riaffermare il suo impegno nei confronti dei diritti umani e della protezione dei più vulnerabili.
Rischi di Ulteriore Instabilità
Le autorità libiche hanno messo in guardia che la già precaria situazione del Paese, caratterizzata da divisioni politiche e complessità nella gestione dei flussi migratori, potrebbe subire ulteriori destabilizzazioni a causa di decisioni unilaterali da parte di potenze straniere. Entrambe le parti in conflitto, il GNU e il LNA, hanno sottolineato la necessità di rispettare la sovranità libica in tempi di grande difficoltà.
Impegno per il Rispetto dei Diritti Umani
In un contesto in cui le relazioni internazionali sono più complicate che mai, l’amministrazione libica sta cercando di mantenere un equilibrio tra le responsabilità di fronte alla comunità internazionale e il rispetto della propria sovranità. Dbeibeh ha affermato che "la Libia resta impegnata per il diritto internazionale e i diritti umani," evidenziando la responsabilità del Paese nel rispettare le leggi e i diritti, non solo per i propri cittadini, ma anche per i migranti.
Fonti:
L’atteggiamento unitario delle autorità libiche verso il difficile tema delle deportazioni si configura come una manifestazione di resilienza e costante ricerca di riconoscimento a livello internazionale.
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