Banche italiane: chiusi 268 sportelli nei primi 9 mesi del 2025, -1,4% rispetto 2024
Nei primi nove mesi del 2025 le banche italiane hanno ridotto del 1,4% il numero di sportelli, con 268 chiusure, fenomeno che aumenterà nel trimestre finale. Le regioni più colpite sono Basilicata, Marche e Veneto. L’acquisizione della Popolare di Sondrio da parte di Bper ha rafforzato la presenza di quest’ultimo in Lombardia, mentre una possibile integrazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm accentuerebbe la concentrazione degli sportelli soprattutto in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. La desertificazione bancaria coinvolge anche grandi città come Milano e Roma, aumentando il numero di comuni privi di filiali e di persone escluse dall’accesso ai servizi bancari, peggiorando l’esclusione sociale.
Riduzione degli sportelli bancari in Italia e impatti territoriali
Nel corso dei primi nove mesi del 2025, le banche italiane hanno chiuso 268 sportelli, segnando una diminuzione dell’1,4% rispetto alla fine del 2024. Questo trend è destinato a intensificarsi nell’ultimo trimestre dell’anno a seguito del completamento dei piani di chiusura di alcune grandi banche. Le riduzioni non si sono distribuite in modo uniforme sul territorio nazionale: le regioni più colpite risultano essere Basilicata e Marche, entrambe con un calo del 2,5%, seguite dal Veneto con una diminuzione dell’1,9%. I dati emergono dall’aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, basato su fonti ufficiali di Banca d’Italia e Istat.
Le fusioni bancarie stanno ridefinendo la mappa delle reti sul territorio. La recente integrazione con Popolare di Sondrio ha permesso al Gruppo Bper di diventare il principale operatore in Lombardia con 673 sportelli (17,9% del totale), superando Banco Bpm e Intesa Sanpaolo. Nonostante l’Antitrust abbia imposto la chiusura di pochi sportelli per l’acquisizione, Bper ha annunciato la soppressione di 90 filiali nel Centro-Nord. Ulteriori riconfigurazioni si profilano con una possibile fusione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm, che farebbe nascere la terza rete più estesa d’Italia, accentuando il fenomeno della concentrazione.
La Lombardia si conferma l’area maggiormente interessata, con una rete potenziata che sfiorerebbe il 20,4% degli sportelli nazionali in caso di fusione tra Crédit Agricole e Banco Bpm. Anche città come Milano, Genova e Parma vedrebbero variazioni significative nella distribuzione delle filiali. Parallelamente, sono in aumento i comuni sprovvisti di sportelli, che al 30 settembre 2025 sono 3.419, il 43,3% del totale. Cresce anche il numero di cittadini senza accesso ai servizi bancari: oltre 11,2 milioni, di cui 4,7 milioni in territori completamente desertificati e quasi 6,5 milioni in aree con un solo sportello. La desertificazione riguarda anche le imprese, con un incremento di 6.250 sedi in territori senza sportelli.
Le chiusure interessano non solo le aree interne, ma anche grandi città come Roma e Milano, dove il calo supera la media nazionale. L’avanzata limitata dell’internet banking, utilizzato solo dal 55% degli utenti italiani contro il 67,2% medio europeo, aggrava il rischio di esclusione sociale, soprattutto per gli anziani, meno propensi all’uso di tecnologie digitali. L’Osservatorio ha inoltre sviluppato un Indicatore di desertificazione provinciale (Ipd) che valuta l’impatto territoriale del fenomeno. Tra le province meno colpite figurano Barletta-Andria-Trani, Brindisi e Ferrara, mentre Milano e Roma si posizionano più indietro, confermando la complessità della situazione anche nelle aree urbane più popolose.
La desertificazione bancaria in Italia: impatti territoriali e prospettive future
Nel corso dei primi nove mesi del 2025, le banche italiane hanno ridotto il numero di sportelli di 268 unità, con un decremento dell’1,4% rispetto alla fine del 2024. Questo trend è destinato ad accentuarsi negli ultimi tre mesi dell’anno, in cui diverse importanti istituzioni bancarie completeranno i piani di chiusura già annunciati. È importante evidenziare che la riduzione delle filiali non è stata uniforme su tutto il territorio nazionale: le regioni maggiormente coinvolte sono Basilicata, Marche e Veneto, con cali superiori al 2%. Questi dati emergono dall’aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, che analizza i dati ufficiali di Banca d’Italia e Istat al 30 settembre 2025.
La riorganizzazione del settore bancario sta profondamente modificando la distribuzione territoriale degli sportelli. In seguito all’integrazione con Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper è diventato il primo gruppo per presenza territoriale in Lombardia, con 673 filiali pari al 17,9% del totale regionale, superando Banco Bpm e Intesa Sanpaolo. Anche se l’Antitrust ha imposto limitate riduzioni nel numero di sportelli per l’acquisizione, il gruppo ha annunciato la chiusura di 90 punti vendita nel Centro Nord. Le potenziali fusioni, come quella ipotizzata tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm, potrebbero causare un’ulteriore forte concentrazione, specialmente in Lombardia, dove questa rete potrebbe superare il 20% degli sportelli totali.
L’impatto della chiusura degli sportelli si riflette direttamente sull’accesso ai servizi bancari da parte della popolazione. Ad esempio, al 30 settembre 2025, si registrano 38 comuni italiani in più privi di filiali, portando il totale a 3.419 e interessando oltre 11 milioni di persone, di cui circa 4,7 milioni residenti in comuni completamente desertificati. Cresce anche il numero delle imprese situate in queste aree, con un aumento di oltre 6.000 unità dal 2024. La desertificazione riguarda non solo le aree interne ma coinvolge anche grandi città come Roma e Milano, con tassi di chiusura superiori alla media nazionale. Dal momento che la diffusione dell’internet banking in Italia rimane relativamente bassa, soprattutto nelle fasce più anziane della popolazione, la progressiva chiusura delle filiali accentua rischi di esclusione sociale.
L’Osservatorio ha sviluppato un indicatore di desertificazione provinciale che evidenzia come alcune province del Sud e del Centro registrino livelli inferiori di desertificazione, mentre grandi città come Milano, Roma e Napoli si trovano a posizioni meno favorevoli. Le province con le situazioni più critiche sono Vibo Valentia e Isernia. Secondo Riccardo Colombani, Segretario generale nazionale First Cisl, il piano di riduzione delle filiali, soprattutto in caso di fusioni come quella tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm, produrrebbe effetti molto pesanti sull’occupazione e sull’accesso ai servizi bancari. Anche per queste ragioni, si rende necessaria una forte opposizione al centramento eccessivo delle reti bancarie che potrebbe accelerare la desertificazione territoriale.
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