Bando auto 2035 UE: il cambiamento mette a repentaglio gli obiettivi climatici europei?
Modifiche al Divieto di Vendita di Auto a Combustione: Cosa Cambia?
Martedì scorso, i funzionari dell’Unione Europea hanno deciso di rivedere il divieto di vendita di auto con motore a combustione, previsto dal 2035. Questa decisione è stata presa in risposta alle pressioni esercitate da diversi governi e case automobilistiche europee, generando un acceso dibattito sull’argomento.
La normativa attuale dell’UE richiede che tutte le nuove auto commercializzate dal 2035 abbiano emissioni di CO2 pari a zero. Tuttavia, a seguito delle richieste di flessibilità da parte di alcuni Stati membri e dell’industria automobilistica, l’obiettivo è stato ammorbidito, permettendo ai produttori di raggiungere un target di emissioni allo scarico del 90% anziché del 100%.
Séjourné, vicepresidente della Commissione europea, ha descritto questo cambiamento come un’“ancora di salvezza” per il settore automobilistico del continente, ribadendo che gli obiettivi climatici dell’UE rimangono inalterati. Mentre nazioni come Germania e Italia hanno sostenuto la necessità di allentare il divieto, altre, come la Francia, manifestano forti opposizioni. La ministra francese dell’Ambiente, Monique Barbut, ha dichiarato che il governo francese farà “tutto il possibile” per fermare la proposta durante l’approvazione da parte degli Stati membri.
Le Implicazioni della Retromarcia per i Target Climatici dell’UE
Critici ed esperti mettono in guardia sul fatto che questi cambiamenti potrebbero generare segnali confusi riguardo agli obiettivi climatici e per l’industria. Attualmente, il settore dei trasporti rappresenta l’unico in cui le emissioni di gas serra sono aumentate all’interno dell’UE nell’ultimo trentennio. Secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, le automobili contribuiscono a oltre il 60% delle emissioni totali del settore trasporti.
Il Commissario per il Clima, Wopke Hoekstra, ha affermato che il cambiamento delle normative non comprometterà il percorso verso la neutralità climatica dell’Unione entro il 2050, definendo l’accordo un “compromesso intelligente e saggio per clima e competitività”. Tuttavia, questa modifica permette ancora ai produttori di vendere veicoli inquinanti, inclusi ibridi plug-in e auto con motori a combustione, oltre il 2035.
Per rispettare il nuovo standard, i produttori saranno obbligati a compensare il restante 10% delle emissioni in due modi: utilizzando acciaio a basse emissioni prodotto nell’UE e confondendo le emissioni attraverso l’uso di carburanti sintetici (e-fuels) e biocarburanti. Séjourné ha chiarito che “tutte le eventuali ulteriori emissioni generate devono essere completamente compensate a monte”. Inoltre, verranno promossi veicoli elettrici e a idrogeno, con incentivi come “supercrediti” per i produttori.
I critici argomentano che questa retrocessione rappresenta più complessità che chiarezza. William Todts, direttore esecutivo del think tank Transport & Environment (T&E), ha dichiarato che l’UE ha scelto di complicare il quadro normativo invece di semplificarlo, affermando che “ogni euro dirottato verso gli ibridi plug-in è un euro non speso per i veicoli elettrici”. Secondo T&E, si prevede una vendita ridotta di veicoli elettrici nel 2035, con un crollo fino al 25% rispetto all’attuale obiettivo.
Inoltre, la proposta di utilizzare biocarburanti avanzati, considerati non sostenibili, aumenterebbe la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di oli vegetali usati e grassi animali frequentemente soggetti a frodi. Chris Heron, segretario generale di E-Mobility Europe, ha avvisato che “esitare non è una strategia”. Ha aggiunto che cambiare le regole a partita in corso mina la fiducia del business, soprattutto perché le aziende hanno già investito capitali e costruito fabbriche basandosi su obiettivi chiari.
Cosa Aspettarsi dal Futuro dell’Industria Automobilistica in Europa?
Recentemente, l’Associazione Europea dei Fornitori dell’Industria Automobilistica (CLEPA) insieme all’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (ACEA) ha inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, affermando che il target di riduzione del 100% delle emissioni per le auto entro il 2035 non è più realistico. I produttori, pur rimanendo impegnati nella transizione verso la neutralità climatica, devono affrontare sfide significative, come la dipendenza dalle batterie asiatiche e l’incremento dei costi di produzione.
D’altro canto, oltre 150 amministratori del settore europeo dell’auto elettrica hanno firmato una lettera aperta esortando l’UE a continuare a puntare sull’obiettivo di emissioni zero entro il 2035. Riconoscendo le pressioni dell’industria automobilistica, questi leader avvertono che un rinvio delle scadenze rallenterebbe il mercato dei veicoli elettrici, andando a favore della concorrenza asiatica e abbattendo la fiducia degli investitori.
Le vendite di veicoli elettrici a batteria in Europa sono aumentate del 26% nei primi dieci mesi dell’anno, con un aumento dell’incidenza delle vetture esclusivamente elettriche nelle vendite totali. Tuttavia, le auto a benzina e diesel continuano a occupare una fetta significativa del mercato. Con il nuovo obiettivo del 90% di emissioni, si prevede che le vendite di auto non elettriche rimarranno intorno al 30-35% delle nuove vendite entro il 2035.
In conclusione, mentre l’UE affronta la sfida di equilibrare le esigenze economiche dell’industria automobilistica con gli obiettivi di sostenibilità, resta da vedere come le nuove normative influenzeranno il futuro della mobilità in Europa. Sarà essenziale monitorare l’evoluzione di queste politiche e il loro impatto sul mercato dei veicoli elettrici e sull’ambiente in generale.
Fonti: Agenzia Europea dell’Ambiente, Transport & Environment, Euronews.
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