Bankitalia prevede crescita Pil stabile a +0,6% nel 2025 e 2026

Bankitalia prevede crescita Pil stabile a +0,6% nel 2025 e 2026

Bankitalia prevede crescita Pil stabile a +0,6% nel 2025 e 2026

Le proiezioni macroeconomiche della Banca d’Italia indicano una crescita moderata del PIL italiano tra il 2025 e il 2028, con incrementi progressivi dallo 0,6% allo 0,9%. L’inflazione al consumo si manterrà contenuta, tra l’1,4% e l’1,9%, influenzata dall’introduzione del sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS2), che inciderà temporaneamente sui prezzi dell’energia. Al netto di energia e alimentari, l’inflazione sarà stabile intorno all’1,6-1,9%. Questi dati riflettono i principali fattori economici contemporanei, tra cui l’aumento del costo della vita, la crisi economica e le dinamiche politiche legate anche a episodi di tangenti.

Previsioni Economiche per l’Italia: Crescita del PIL e Inflazione fino al 2028

Nel corso delle ultime proiezioni macroeconomiche diffuse a dicembre, la Banca d’Italia ha segnalato una crescita del PIL italiano che si attesterà allo 0,6% nel 2025 e nel 2026, per poi salire rispettivamente allo 0,8% nel 2027 e allo 0,9% nel 2028. Questi dati sono basati su una metodologia condivisa a livello di Eurosistema, che utilizza serie destagionalizzate e rettificate in relazione al numero di giornate lavorative all’interno dell’anno. Nel caso in cui non si applicasse tale correzione, il prodotto interno lordo mostrerebbe una crescita leggermente inferiore: 0,5% nel 2025, 0,7% nel 2026, 0,8% nel 2027 e 0,7% nel 2028.

Per quanto riguarda l’andamento dell’inflazione, si prevede che il tasso al consumo raggiungerà l’1,7% in media nel 2025 e scenderà all’1,4% nel 2026. Negli anni successivi l’inflazione registrerà una lieve risalita, raggiungendo l’1,6% nel 2027 e l’1,9% nel 2028. L’aumento registrato nell’ultimo anno del periodo considerato è attribuibile soprattutto all’entrata in vigore, all’interno dell’Unione Europea, del sistema di scambio delle quote di emissioni di inquinanti e gas serra (EU Emission Trading System 2, ETS2). Questo meccanismo causerà un incremento temporaneo dei prezzi dell’energia, riflettendosi quindi sulla dinamica complessiva dell’inflazione.

Quando si escludono i beni energetici e alimentari, la situazione inflazionistica mostra un andamento leggermente diverso: nel 2024 l’inflazione si collocherà attorno all’1,9%, per poi scendere all’1,6% nel 2025 e mantenersi stabile su questo livello per gli anni successivi fino al 2028. Di conseguenza, l’inflazione di fondo appare moderata, contraddistinta da una certa stabilità nel medio termine, compatibile con le condizioni di politica economica adottate.

Questi dati forniscono un quadro generale sulle prospettive economiche italiane nel prossimo quinquennio, evidenziando sia le potenziali opportunità di crescita economica sia le sfide legate all’inflazione e al costo dell’energia. La Banca d’Italia continua a monitorare con attenzione tutti i fattori che possono influenzare il cammino della ripresa, consapevole della complessità del contesto internazionale e delle dinamiche interne riguardanti il mercato del lavoro e la produzione industriale.

Proiezioni economiche italiane: crescita moderata e dinamiche inflazionistiche al centro dell’attenzione

Le più recenti proiezioni macroeconomiche diffuse dalla Banca d’Italia delineano un quadro di crescita moderata del Prodotto Interno Lordo (PIL) per il periodo 2025-2028. Secondo i dati elaborati con la metodologia condivisa a livello Eurosistema, il PIL italiano è previsto aumentare dello 0,6% nel 2025 e nel 2026, raggiungendo lo 0,8% nel 2027 e lo 0,9% nel 2028. Queste percentuali tengono conto di valori destagionalizzati e corretti per la variazione del numero di giornate lavorative, un aspetto che altera leggermente le stime, portando in assenza di correzione una crescita meno evidente nel 2028.

Sul fronte dell’inflazione, le stime indicano una pressione sui prezzi al consumo in decisa evoluzione nel corso degli anni oggetto di analisi. Nel 2025, l’inflazione media si attesterà all’1,7%, per poi diminuire all’1,4% nel 2026, risalendo lievemente all’1,6% nel 2027 e raggiungendo l’1,9% nel 2028. Questo aumento finale è direttamente riconducibile all’impatto derivante dall’applicazione del nuovo sistema europeo di scambio delle quote di emissione per gas inquinanti e a effetto serra (ETS2), il quale influenzerà soprattutto i costi energetici su base temporanea.

Analizzando l’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari, si osserva una dinamica più stabile: la crescita dei prezzi si attesta sull’1,9% nel 2024, scendendo all’1,6% nel 2025 e mantenendosi su livelli simili per i due anni successivi. Questa evoluzione suggerisce una componente inflazionistica meno volatile e maggiormente ancorata alle condizioni di fondo dell’economia nazionale. Le previsioni delineano così uno scenario di modesta espansione accompagnato da pressioni inflazionistiche che richiedono un attento monitoraggio da parte delle autorità economiche.

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