Chiusura ex Ilva: impatto negativo del 0,7% sul Pil del Mezzogiorno

Chiusura ex Ilva: impatto negativo del 0,7% sul Pil del Mezzogiorno

Futuro dell'Ex Ilva: Necessità di Riconversione e Investimento ROMA (ITALPRESS) – La situazione...

Futuro dell’Ex Ilva: Necessità di Riconversione e Investimento

ROMA (ITALPRESS) – La situazione attuale dell’ex Ilva di Taranto è critica. Secondo Luca Bianchi, Direttore della Svimez, la produzione di acciaio, che nel 2022 ammontava a circa 4 milioni di tonnellate, ha subito un drastico calo. Questo ridimensionamento ha portato a una diminuzione dell’0,7% del PIL del Mezzogiorno, un dato che segna il grave impatto economico della crisi industriale nella regione.

Proiettandoci verso il 2025, ci si aspetta che la produzione di acciaio sia dimezzata rispetto ai livelli attuali, con una conseguente riduzione del PIL generato. È evidente che questo scenario non può essere ignorato. Per Bianchi, l’unica soluzione praticabile è l’attuazione di un piano di riconversione all’elettrico, visto come un’opportunità imperdibile per sostenere un’importante base industriale sia per il Sud che per l’intero Paese. Tale iniziativa potrebbe rappresentare il futuro non solo per Taranto, ma per l’industria dell’acciaio in generale.

Il Ruolo dello Stato e la Nazionalizzazione

Per sostenere la riconversione, Bianchi sottolinea che lo Stato deve giocare un ruolo chiave. Attraverso Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, è fondamentale che il governo inizi a investire massicciamente, per un importo stimato tra i 7 e i 9 miliardi di euro. Questo investimento non include solo la riconversione, ma anche le necessarie opere di bonifica dell’area, fortemente compromessa da decenni di inquinamento industriale.

La nazionalizzazione dell’ex Ilva viene presentata come l’unica scelta percorribile. Questo passaggio non solo rivitalizzerebbe l’industria dell’acciaio in Italia, ma potrebbe trasformare Taranto in un polo di eccellenza per la produzione di acciaio verde. In questo modo, la città, un tempo simbolo di crisi ambientale, potrebbe ritrovare il suo posto come esempio di innovazione e sostenibilità. Inoltre, un simile intervento garantirebbe la continuità occupazionale, un aspetto cruciale in un contesto economico già fragile.


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