Come Bi Gan ha realizzato la scena cinematografica più tecnica dell’anno

Il piano sequenza, meglio noto come "oner", è unanime tra i cineasti come una delle più grandi sfide...

Questo piano sequenza conduce lo spettatore dalla notte all’alba, seguendo i suoi personaggi da una violenta rissa tra bande nei porti attraverso vicoli piovosi fino a un vivace karaoke, per poi tornare al porto dove la storia d’amore tra i due protagonisti prende una svolta inaspettata e mostruosa in mare. L’effetto è sbalorditivo, destabilizzante e unico nel panorama cinematografico attuale.

Il mondo di Bi Gan e la sua visione cinematografica

Ciò che Bi ha realizzato con “Resurrection” è un traguardo tecnico straordinario, ma è anche un territorio familiare per lui. Il suo film d’esordio “Kaili Blues” culmina in un’escursione di 41 minuti nella città rurale di Dangmai, mentre il suo ultimo lavoro, “Long Day’s Journey into Night”, termina con un piano sequenza onirico di 59 minuti girato in 3D. Durante un’intervista, Bi, che ha solo 36 anni, si è dimostrato molto socievole e persino un po’ astuto nel modo in cui discute il suo lavoro.

Ha spiegato come la lunga sequenza possa influenzare la percezione del tempo da parte del pubblico. “Guardando un piano sequenza, il pubblico inizia a comprendere il tempo in un modo molto diverso”, ha affermato. “La narrazione in tempo reale ti costringe a vivere un’esperienza continua, senza interruzioni.”


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *