Confcommercio Bologna: “InCittà” esplora le nuove economie urbane del futuro

Confcommercio Bologna: “InCittà” esplora le nuove economie urbane del futuro

Confcommercio Bologna: “InCittà” esplora le nuove economie urbane del futuro

A Bologna si è svolta la due giorni “InCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, organizzata da Confcommercio a Palazzo Re Enzo, con la partecipazione di importanti esponenti istituzionali come il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale. Il confronto si è concentrato su temi cruciali quali la desertificazione commerciale, la mobilità sostenibile, le politiche abitative e le sfide demografiche. È stata presentata un’indagine che evidenzia come la presenza di negozi di prossimità migliori la qualità della vita urbana, la sicurezza e il mercato immobiliare, mentre la loro chiusura incide negativamente su comunità e sentimenti di benessere.

“InCittà” a Bologna: sfide urbane tra desertificazione commerciale e sviluppo sostenibile

A Bologna ha preso il via “InCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, iniziativa organizzata da Confcommercio presso Palazzo Re Enzo. L’evento, della durata di due giorni, ha affrontato temi cruciali come la desertificazione commerciale, la mobilità sostenibile, le sfide demografiche e le politiche abitative. Tra i partecipanti figurano il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, insieme al sindaco di Bologna Matteo Lepore e rappresentanti di rilievo di Confcommercio, tra cui Enrico Postacchini e Carlo Sangalli. Quest’ultimo ha evidenziato l’importanza della cooperazione tra istituzioni, imprese e cittadini per far crescere le città valorizzando l’impresa stessa.

Secondo Enrico Postacchini, la città rappresenta il fulcro di una comunità in cui nascono e si trasformano sia aspetti positivi che negativi. Piantedosi ha rimarcato il ruolo strategico del settore terziario commerciale nell’economia italiana, con Bologna che ne rappresenta un esempio storicamente significativo. Michele de Pascale ha sottolineato il valore centrale di questo tema per l’Emilia-Romagna, citando le leggi innovative regionali sull’economia urbana, in particolare quelle relative agli hub urbani. Tra i contributi significativi anche quelli di Irene Tinagli, presidente della Commissione speciale Ue sulla crisi abitativa, e del vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto.

Nel corso dell’appuntamento si è discusso anche del delicato equilibrio tra turismo e vivibilità dei centri storici, nonché del ruolo che la cultura e l’intelligenza artificiale possono assumere nella trasformazione delle aree urbane. È stata presentata un’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con SWG, che ha messo in luce come gli italiani desiderino vivere in quartieri più ricchi di negozi di prossimità. Questi ultimi non sono solo luoghi di acquisto, ma veri e propri catalizzatori di socialità, garantendo anche maggiore cura, pulizia e sicurezza negli spazi pubblici.

L’indagine evidenzia un legame stretto tra la presenza di attività commerciali e la qualità della vita: per due italiani su tre, avere più negozi sotto casa significa maggiori opportunità di scelta e minori spostamenti. La desertificazione commerciale, inoltre, determina un calo del valore immobiliare fino al 16%, con differenziali complessivi che possono raggiungere il 39% rispetto agli immobili situati in quartieri attivi commercialmente. Negli ultimi dieci anni è aumentata la percezione dei cittadini riguardo alla chiusura di negozi di vario genere, fenomeno vissuto con tristezza, contribuendo a peggiorare la qualità della vita urbana.

Le sfide urbane e commerciali al centro del dibattito bolognese

La due giorni di “InCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, organizzata da Confcommercio a Palazzo Re Enzo, Bologna, ha messo sotto i riflettori temi cruciali come la desertificazione commerciale, la mobilità sostenibile, le dinamiche demografiche e le politiche abitative. L’evento ha visto la presenza di personalità di spicco quali il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale e il sindaco di Bologna Matteo Lepore, oltre a rappresentanti istituzionali e del mondo imprenditoriale. Si è sottolineata la necessità di un patto tra istituzioni, imprese e cittadini per far crescere le città valorizzando le rispettive potenzialità.

L’attenzione si è focalizzata sull’importanza strategica del settore terziario commerciale, definito da Piantedosi una delle colonne portanti dell’economia nazionale, con un ruolo particolarmente significativo nel contesto bolognese. Michele De Pascale ha ricordato l’impegno della Regione Emilia-Romagna nel promuovere normative innovative a favore degli hub urbani, capaci di integrare funzioni sociali ed economiche per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Al dibattito hanno partecipato anche esponenti europei, tra cui la presidente della Commissione speciale Ue sulla crisi degli alloggi, Irene Tinagli, evidenziando la dimensione internazionale dei temi trattati.

Un aspetto centrale emerso è il forte legame tra turismo, vivibilità dei centri storici e innovazione tecnologica. L’influenza della cultura e dell’intelligenza artificiale è stata discussa come leva per trasformare le città in luoghi più accoglienti e dinamici. Inoltre, durante l’incontro è stata presentata un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG, la quale ha rivelato che gli italiani desiderano vivere in quartieri con una maggiore presenza di negozi di prossimità, percepiti non solo come spazi di consumo ma anche come veri e propri centri di socialità, sicurezza e cura del territorio.

I dati raccolti mettono in luce come la desertificazione commerciale incida pesantemente sul valore immobiliare: un immobile situato in quartiere privo di attività commerciali perde fino al 16% del proprio valore, arrivando a un differenziale del 39% rispetto a zone più vivaci. Negli ultimi dieci anni i cittadini hanno notato la chiusura di diverse tipologie di negozi, specialmente librerie, articoli sportivi e abbigliamento, contribuendo a un senso di insoddisfazione generale e alla diminuzione della qualità della vita nelle aree urbane interessate da questo fenomeno.

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