Consumi in Veneto: giugno segna un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente.

Consumi in Veneto: giugno segna un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente.

Consumi in Veneto: giugno segna un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente.

Rallentamento dei Consumi in Italia: Analisi di Giugno 2023

MILANO (ITALPRESS) – Il mese di giugno ha segnato un nuovo rallentamento nei consumi, con un calo del 0,7% a valore. Questo scenario è alimentato da un clima di incertezza causato dalle fluttuazioni dei mercati internazionali e dalle modifiche costanti nelle politiche tariffarie, elementi che influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori. L’Osservatorio consumi Confimprese-Jakala offre una panoramica che rivela una situazione stagnante, contraria alle aspettative di ripresa alimentate dai dati più incoraggianti di maggio.

Nel panorama merceologico, l’unico settore a registrare una crescita è quello della moda e accessori, che segna un +3,5%. Questo aumento, sorprendente in un mese antecedente ai saldi estivi, è in parte attribuibile alle elevate temperature che hanno spinto i consumatori a rinnovare il proprio guardaroba. Al contrario, il settore della ristorazione subisce una diminuzione del -2,6% e il retail generale mostra un pesante -9%.

Canali di Vendita: Diversità nelle Performance

Analizzando i canali di vendita, i centri commerciali registrano un aumento del +1,9%, mentre i negozi di prossimità crescono del +0,4%. Le famose high street, invece, mostrano una flessione del -6,6%. Questo suggerisce che i consumatori, durante il fine settimana, preferiscono le mete di shopping che offrono anche opportunità di svago e intrattenimento, piuttosto che i centri storici.

Il rapporto mette in evidenza come il Veneto, storicamente una delle regioni italiane più dinamiche per quanto riguarda i consumi, stia vivendo una battuta d’arresto preoccupante, segnando un -3,4%. Questo risultato la colloca in fondo alla lista delle regioni italiane, solo davanti al Molise. I dati evidenziano un andamento negativo costante dall’inizio dell’anno, con un primo trimestre a -2,6%, aprile a -3,9% e maggio in parità. “La perdita della fiducia dei consumatori è un segnale chiaro di una crisi profonda”, afferma Marco Venturi, presidente di Confimprese.

In un contesto complesso, la speranza di rivitalizzare il mercato è riposta nella stagione estiva, quando è previsto l’arrivo di turisti stranieri, specialmente dalla Germania. Il rilancio degli eventi culturali a Verona e nelle province venete è visto come una possibile chiave per alimentare i consumi.

Secondo un rapporto dell’Ufficio Statistico Nazionale, l’anno passato il Veneto era in vetta alle classifiche nazionali dei consumi, rendendo ancora più preoccupante l’attuale situazione: “Abbiamo bisogno di interventi strutturali per stimolare l’economia locale e ridare fiducia alle famiglie”, ha commentato l’assessore alle attività produttive del Veneto.

Dal punto di vista territoriale, le città di provincia presentano tendenze più negative rispetto alla media regionale. Verona e Vicenza, seppur in calo, mostrano risultati relativamente migliori con -1,0% e -2,6% rispettivamente. Venezia registra un -3,2% e Treviso è ancor più in difficoltà con -4,7%.

In un contesto più ampio, l’analisi evidenzia una realtà in cui il potere d’acquisto delle famiglie italiane continua a essere eroso, contribuendo a un clima di incertezza. “La sfida principale per i prossimi mesi sarà riuscire a trasferire il potenziale turistico in un incremento dei consumi”, dichiara Francesca Puglisi, esperta di economia.

In tal modo, è essenziale monitorare l’evoluzione dei consumi e i feedback dei consumatori per adattare le strategie di mercato. La collaborazione tra istituzioni, enti locali e imprenditori diverrà fondamentale per affrontare quest’emergenza, garantendo un supporto concreto e tempestivo.

Per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente l’argomento può consultare il video reportage disponibile qui (aprirà in un’altra pagina).

Questi dati rappresentano dunque un campanello d’allarme, non solo per i singoli venditori, ma per l’intero panorama economico italiano. La necessità di un intervento proattivo è ora più urgente che mai.

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