Contratti pirata nel terziario: lavoratori sempre più poveri e sfruttati ogni giorno

Contratti pirata nel terziario: lavoratori sempre più poveri e sfruttati ogni giorno

Contratti pirata nel terziario: lavoratori sempre più poveri e sfruttati ogni giorno

Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio, denuncia la diffusione di oltre 200 contratti “pirata” nel terziario, che compromettono i diritti di più di 100 mila lavoratori con perdite fino a 12 mila euro annui. Confcommercio, che rappresenta oltre 700 mila imprese e 2,2 milioni di addetti, sottolinea l’importanza di codificare le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per garantire contratti universali e sostenibili. Lusetti evidenzia anche criticità nella proposta di flat tax per gli aumenti salariali e la necessità di interventi integrati per rilanciare la domanda interna e migliorare il welfare aziendale, al fine di aumentare il potere d’acquisto e l’equità nel mercato del lavoro.

Confcommercio denuncia il fenomeno dei contratti “pirata” e propone soluzioni per migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori

ROMA (ITALPRESS) – Nel settore terziario si registrano oltre 200 contratti “pirata” su 250 totali, una forma di dumping contrattuale che comporta una perdita economica per ciascun lavoratore, stimata fino a 12 mila euro all’anno. Questi dati sono stati evidenziati da Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio, nell’intervista rilasciata a Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. Confcommercio rappresenta oltre 700 mila imprese nei comparti del commercio, della ristorazione, dei trasporti e della distribuzione e conta circa 2,2 milioni di addetti nelle imprese associate, mentre i contratti firmati dall’associazione sono applicati a oltre 5 milioni di persone, risultando tra i più diffusi nel panorama economico italiano.

Confcommercio sta portando avanti una battaglia politica e associativa contro i contratti in dumping, contratti che, pur rispettando formalmente la legge, applicano condizioni economiche inferiori rispetto agli accordi firmati con i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. Lusetti sottolinea come molti di questi contratti “pirata” non prevedano la tredicesima mensilità, abbiano coperture sanitarie e permessi ridotti e manchino degli elementi di bilateralità, creando così squilibri e un mercato del lavoro caratterizzato da regole poco definite.

Lusetti lancia un appello alle istituzioni affinché venga definita chiaramente la rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali, rendendo i contratti da loro sottoscritti vincolanti a livello universale, per garantire maggiore coerenza e tutela per tutti i lavoratori. In merito alla proposta del Governo di applicare la flat tax agli aumenti salariali previsti dai nuovi contratti a partire dal 2025, il vicepresidente evidenzia che questa misura rischia di escludere i rinnovi già attivati nel 2024, sottolineando l’incoerenza di tale approccio e la necessità di uniformità nel trattamento fiscale.

Sul piano economico, pur con il fatto che i rinnovi contrattuali abbiano accelerato, il recupero dell’inflazione accumulata negli anni precedenti non è ancora completo, generando una stagnazione dei consumi interni. Lusetti indica come soluzione sia indispensabile agire su più fronti: migliorare l’efficienza della macchina statale per abbassare la pressione fiscale sugli stipendi, sostenere il welfare aziendale realizzato tramite la bilateralità con i sindacati, strumenti fondamentali per aumentare il potere d’acquisto e garantire redditi adeguati per la maggior parte dei lavoratori.

Confcommercio contro il dumping contrattuale nel terziario e le sfide per migliorare il potere d’acquisto

Confcommercio denuncia la diffusione di contratti cosiddetti “pirata” che nel settore terziario rappresentano oltre 200 casi su 250. Questi accordi, seppur formalmente legittimi, riducono il salario annuo di ogni lavoratore coinvolto anche fino a 12 mila euro rispetto ai contratti stipulati dall’associazione con i principali sindacati. Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio, evidenzia come il contratto del terziario sia il più applicato nel tessuto economico italiano, estendendosi a oltre 5 milioni di lavoratori, di cui 2,2 milioni nelle imprese associate.

Da tempo Confcommercio ha intrapreso una forte azione politica e associativa per contrastare queste pratiche di dumping contrattuale. I contratti irregolari sono privi di tutele fondamentali quali la tredicesima mensilità, coperture per malattia e permessi e sono carenti negli aspetti legati alla bilateralità, con condizioni significativamente più sfavorevoli rispetto agli accordi firmati con Cgil, Cisl e Uil. Secondo Lusetti si tratta di una problematica peculiare di un mercato in cui i meccanismi regolatori risultano carenti o poco incisivi, per questo si chiede un intervento istituzionale volto a riconoscere ufficialmente le organizzazioni rappresentative e attribuire valore universale ai contratti firmati da queste.

Sul fronte fiscale, a proposito della proposta del Governo di applicare una flat tax agli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali, Lusetti sottolinea criticità legate alla sua applicabilità, dal momento che i contratti Confcommercio firmati nel 2024 resterebbero esclusi da tale beneficio pur interessando milioni di lavoratori con aumenti già erogati. L’associazione si impegna quindi in un dialogo con le istituzioni per risolvere questo squilibrio e garantire uniformità nel trattamento fiscale dei lavoratori.

Per ridare slancio al potere d’acquisto e rilanciare la domanda interna, è necessario ampliare gli interventi, a partire dalla riduzione della pressione fiscale sui salari, che resta elevata. Lusetti apprezza le misure del Governo sul cuneo fiscale e ricorda l’importanza di promuovere il welfare aziendale tramite accordi di bilateralità con le organizzazioni sindacali, strumento efficace per migliorare le condizioni economiche della maggior parte dei lavoratori. Rinnovamenti contrattuali più adeguati potrebbero inoltre contribuire a superare il rallentamento dei consumi registrato negli ultimi anni.

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