Denise Pipitone, la Regione invia alla madre la tessera sanitaria

Denise Pipitone, la Regione invia alla madre la tessera sanitaria

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Nella buca della posta di Piera Maggio arriva la tessera sanitaria di Denise Pipitone. La bimba è scomparsa nel 2014 e di lei non si hanno ancora più notizie.
Ieri Piera Maggio ha provato un forte spavento quando è arrivata la posta indirizzata a Denise. Una busta proveniente dalla Regione e contenente la tessera sanitaria della piccola. Ha provato una sensazione di tristezza, ha scattato una foto alla tessera e l’ha pubblicata su Fcaebook. Insieme alla foto scrive: “Che tristezza vedere, dentro la cassetta della posta, una busta con la nuova tessera sanitaria di Denise, purtroppo mai utilizzata. In alcuni casi, per lo Stato italiano, gli scomparsi esistono, per altri… si sarebbero eclissati, o forse mai esistiti”. Il post ha ottenuto più di 1400 mi piace.

Denise è iscritta all’anagrafe, non è mai stato dichiarato il decesso quindi per lo Stato è ancora una cittadina in vita. Ciò che amareggia mamma Piera è l’assenza di un organo che si occupi degli scomparsi. È compito dei familiari comunicarlo allo stato.

La scomparsa

Denise è scomparsa l’1 settembre del 2004 a Mazzara del Vallo mentre giocava per strada. Non aveva compiuto ancora 4 anni e quella mattina si trovava all’angolo tra via Castagnola e La Bruna. Di lei non si è più trovata nessuna traccia, al momento l’unica imputata è la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi. Il prossimo 19 aprile è previsto il processo giudiziario andrà in Cassazione. Nell’ottobre del 2016, Jessica Pulizzi è stata assolta dalla Corte d’Appello di Palermo. Il procuratore generale della Corte d’appello di Palermo aveva chiesto la condanna a 15 anni di reclusione. Anche l’ex fidanzato della sorellastra, Gaspare Ghaleb era stato indagato. A 40 giorni dalla scomparsa di Denise, la polizia aveva ottenuto un’intercettazione ambientale piena di indizi. Nella conversazione, la Pulizzi riferisce alla sorella Alice che ad uccidere Denise è stata la loro mamma Anna Corona.

Anche se sono passati quasi 13 anni, Piera Maggio non ha mai perso le speranze e conta di riabbracciare la figlia. Vorrebbe solo trovare il colpevole e i tempi della giustizia le danno abbastanza sconforto.

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