Due imprese su tre nel Mezzogiorno prevedono aumento fatturato nei prossimi mesi

Due imprese su tre nel Mezzogiorno prevedono aumento fatturato nei prossimi mesi

Due imprese su tre nel Mezzogiorno prevedono aumento fatturato nei prossimi mesi

Le medie imprese del Mezzogiorno mostrano un dinamismo crescente, segnato da una crescita del fatturato superiore rispetto al resto d’Italia e da un forte interesse verso l’internazionalizzazione e la sostenibilità ambientale. Queste aziende, per lo più a controllo familiare, rappresentano una parte significativa del valore aggiunto manifatturiero della regione, puntando su investimenti tecnologici e green. Nonostante le criticità legate a competenze specialistiche, burocrazia, costi energetici e concorrenza, il settore manifesta ottimismo e ambizione, con un’ampia volontà di espandersi sui mercati esteri e di innovare per affrontare le sfide economiche e ambientali attuali.

Medie Imprese del Sud: Crescita, Ottimismo e Sfide per il Futuro

Le medie imprese del Sud mostrano segnali di ottimismo per il proprio fatturato e una forte propensione verso l’espansione internazionale e la transizione ecologica. Nel corso degli ultimi ventotto anni, questo settore è quasi raddoppiato, contando ora 408 società produttive a controllo famigliare e registrando un valore aggiunto manifatturiero dell’11,8% nell’area. Nel 2024, il loro fatturato è aumentato dell’1,8%, superando il calo delle altre regioni italiane. Per il 2025, il 65,4% delle imprese del Sud prevede una crescita del fatturato, percentuale più alta rispetto al Centro-Nord. Le sfide principali restano il mismatch di competenze e la complessità burocratica, ma la maggior parte punta a rafforzare la propria presenza sui mercati esteri e a investire in energie rinnovabili.

Il contesto competitivo è segnato dalla pressione dei costi energetici e dalla concorrenza di prezzo, che preoccupano quasi due terzi delle aziende. Per contrastare queste difficoltà, molte impegnano risorse in fonti rinnovabili e ammodernamento degli impianti. Le medie imprese del Sud hanno mostrato nel decennio 2014-2023 un aumento del fatturato del 78,1% e un incremento dell’occupazione del 34,5%, superando le altre aree del Paese. L’aspetto più critico riguarda l’insufficiente presenza femminile e il persistente problema dello skill mismatch, che limita lo sviluppo di competenze tecniche e green, incidendo su carichi di lavoro e costi gestionali.

Il futuro di queste aziende appare orientato verso la crescita dimensionale e l’innovazione, con un’attenzione notevole agli investimenti in tecnologia e allo sviluppo di nuovi prodotti. La sensibilità verso la sostenibilità è particolarmente alta nel Mezzogiorno: oltre il 70% mira a ridurre l’uso di fonti fossili e adottare energie rinnovabili, mentre la gestione circolare dei rifiuti e la responsabilità nelle filiere coinvolgono una larga maggioranza delle imprese. Le barriere burocratiche restano un ostacolo importante, anche alla luce delle normative ambientali europee, percepite sia come opportunità che come fonte di oneri.

Le tensioni commerciali, soprattutto a causa dei dazi statunitensi, impattano notevolmente sulle esportazioni verso gli USA. Una quota rilevante di imprese punta a mercati alternativi nell’Unione Europea o oltre, mentre cresce la richiesta di incentivi all’export come leva di supporto al rafforzamento internazionale. Le medie imprese del Sud confermano così il loro ruolo strategico per la crescita economica della regione, con una forte volontà di sviluppo nonostante le difficoltà operative e il contesto globale complesso.

Le medie imprese del Sud: una crescita trainante tra sfide e innovazione

Le medie imprese del Mezzogiorno mostrano un significativo dinamismo e una crescente fiducia nel proprio sviluppo. Negli ultimi ventotto anni, questo comparto si è quasi raddoppiato, arrivando a contare oltre 400 aziende familiari con fatturati tra i 19 e i 415 milioni di euro, contribuendo per quasi il 12% al valore aggiunto manifatturiero locale. Nel 2024 il fatturato è aumentato dell’1,8%, in controtendenza rispetto al calo del Centro-Nord. Il 65,4% delle aziende del Sud prevede di chiudere il 2025 con un’ulteriore crescita, segnalando un ottimismo superiore a quello delle altre regioni italiane. Questo fermento è accompagnato da un crescente interesse verso l’internazionalizzazione e la transizione ecologica, elementi che caratterizzano le strategie future di molte realtà.

La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno è influenzata da diverse sfide strutturali. Tra queste, la difficoltà nel reperire competenze specializzate rappresenta un ostacolo che riguarda il 75% delle aziende, sebbene in misura leggermente inferiore rispetto al Centro-Nord. La burocrazia e i costi dell’energia costituiscono ulteriori fattori di pressione: più del 60% delle imprese ha rilevato un aumento delle spese energetiche con conseguenze negative sui margini. La fiscalità, più gravosa rispetto ad altre aree, ha comportato costi aggiuntivi significativi nel corso dell’ultimo decennio. Anche la competizione sui prezzi e l’impatto dei dazi americani sono elementi che alimentano un clima di incertezza.

Nonostante queste difficoltà, le medie imprese meridionali dimostrano una chiara propensione alla crescita e all’innovazione. L’espansione verso nuovi mercati è una priorità per quasi l’80% del campione, con una particolare attenzione ai mercati europei e a nuove aree emergenti. Gli investimenti in tecnologia sono previsti dal 61% delle aziende, mentre il 51% punta allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. La sostenibilità occupa un ruolo centrale, con quasi il 43% delle imprese che intende potenziare gli investimenti green, superando di gran lunga le medie del Centro-Nord. La riduzione delle fonti fossili, l’adozione di energie rinnovabili e una gestione più circolare dei rifiuti sono azioni concrete già programmate.

Il potenziale di crescita delle medie imprese del Sud rappresenta una risorsa strategica per l’economia nazionale. Il sostegno da parte delle istituzioni e del mercato finanziario, attraverso incentivi all’export e servizi per l’internazionalizzazione, può consolidare questa traiettoria positiva. Rimuovere gli ostacoli burocratici e favorire l’accesso alle competenze specializzate contribuirà a valorizzare le capacità innovative e a rafforzare la presenza del Mezzogiorno sui mercati globali, consolidando un modello di capitalismo familiare capace di affrontare le sfide della modernità.

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