Efficacia e sicurezza della terapia HIV e della PrEP long acting confermate da recenti studi.
Innovazione nella Terapia dell’HIV: I Farmaci Iniettabili a Lunga Durata
ROMA (ITALPRESS) – La ricerca sul trattamento e la prevenzione dell’HIV sta attraversando una fase di rivoluzione grazie all'introduzione di farmaci iniettabili a lunga durata d’azione. Questi farmaci, noti come "long-acting", richiedono una somministrazione ogni due mesi, mantenendo elevati livelli di efficacia e tollerabilità. Durante il 20° Congresso della European AIDS Clinical Society (EACS) tenutosi a Parigi, esperti hanno presentato numerose evidenze che attestano la potenzialità di queste terapie innovative.Efficacia dei Farmaci Long-Acting: Risultati Promettenti
Le nuove terapie, tra cui cabotegravir e rilpivirina, hanno dimostrato di garantire un controllo dell’infezione superiore al 90%. Gli studi, come il Long-ICONA condotto nell’ambito della coorte italiana ICONA, hanno coinvolto circa 100 pazienti che hanno effettuato il passaggio dalla terapia orale quotidiana a quella iniettabile. I risultati hanno evidenziato un fallimento virologico inferiore all’1% e un’ottima tollerabilità.
“Questo studio prospettico ha analizzato non solo la risposta virologica, ma anche parametri biologici chiave come le concentrazioni plasmatiche del farmaco e i marcatori infiammatori”, spiega Andrea Giacomelli, infettivologo presso l’Università degli Studi di Milano. "I dati mostrano che non vi è variazione significativa dell’infiammazione sistemica e che i livelli di farmaco rimangono sempre sopra la soglia di efficacia".
In aggiunta, una metanalisi presentata al congresso ha esaminato l’uso di cabotegravir/rilpivirina nella vita reale, coinvolgendo oltre 2.000 persone. Questo studio ha confermato l’efficacia di oltre il 90% a 12 mesi con piccoli tassi di fallimento virologico.
Nuove Opzioni per la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP)
Il cabotegravir long-acting si distingue anche per la sua tollerabilità rispetto ad altre formulazioni nella profilassi pre-esposizione (PrEP). Lo studio CLARITY ha evidenziato che il 90% dei partecipanti ha preferito cabotegravir dopo aver provato diverse opzioni. Questo studio ha coinvolto 63 adulti non infetti da HIV, sottoposti a diversi trattamenti per valutare l'accettabilità delle iniezioni.
Le reazioni nel sito d’iniezione per il lenacapavir sono risultate significativamente più frequenti, suggerendo che la tollerabilità è un fattore cruciale nella scelta delle terapie. “Entrambe le opzioni sono estremamente efficaci, ma la preferenza per cabotegravir dimostra come l’esperienza dei pazienti possa influenzare la loro accettabilità”, sottolinea Davide Moschese, infettivologo dell’Ospedale L. Sacco di Milano.
Un'analisi dei dati clinici sull'uso di cabotegravir per la PrEP negli ospedali Sacco e Spallanzani ha coinvolto oltre 300 persone. Gli esiti mostrano che il 92% ha continuato il trattamento, senza nuove infezioni da HIV registrate dopo una mediana di 28 settimane. I motivi di interruzione sono legati maggiormente a cambiamenti nella vita personale piuttosto che a effetti collaterali del farmaco.
Verso un Approccio Personalizzato per la Prevenzione dell'HIV
I risultati degli studi evidenziano che la risposta del paziente e la sua esperienza con il trattamento devono essere al centro delle discussioni sulla prevenzione. La tollerabilità delle terapie iniettabili è cruciale per garantire una buona adesione alle nuove opzioni terapeutiche. “Comprendere la percezione delle persone rispetto alle nuove formulazioni long-acting è fondamentale per costruire una prevenzione efficace e sostenibile”, aggiunge Valentina Mazzotta, responsabile dell'ambulatorio per il counseling e il test presso l’INMI Spallanzani di Roma.
“L'accettabilità dei trattamenti, così come la sensazione di normalità e benessere durante le somministrazioni, sono elementi chiave nel favorire l'aderenza”, conclude Silvia Nozza, infettivologa presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. I dati emersi dai recenti studi ci dirigono verso un futuro in cui le scelte terapeutiche saranno sempre più personalizzate, tenendo conto delle esigenze individuali di ogni paziente.
In conclusione, i nuovi farmaci long-acting rappresentano un passo significativo verso una gestione più efficace dell'HIV e della sua prevenzione, offrendo ai pazienti nuove possibilità che si adattano alle loro necessità e stile di vita. I risultati delle ricerche presentate al congresso sono incoraggianti e preludono a un futuro di maggiore libertà e protezione per le persone a rischio e affette da HIV.
Fonti:
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