Errori nella raccolta differenziata: il 70% deriva da convinzioni errate dei cittadini.

Errori nella raccolta differenziata: il 70% deriva da convinzioni errate dei cittadini.

Errori nella raccolta differenziata: il 70% deriva da convinzioni errate dei cittadini.

ROMA (ITALPRESS) – L’abbandono dei rifiuti rappresenta una delle questioni più gravi per l’87% degli italiani, il quale evidenzia la necessità di un cambiamento. Paradossalmente, il 70% di coloro che gettano oggetti differenziabili nel sacco nero afferma di farlo perché “crede sia giusto”. Questo comportamento mette in risalto una mancanza di informazioni e consapevolezza sui corretti metodi di smaltimento. Gli errori più frequenti riguardano il tessile, con il 41% degli stracci, il 27% delle scarpe e il 23% delle borse che finiscono nel posto sbagliato. Altri oggetti problematici includono i piccoli RAEE, come gli spazzolini elettrici e i caricabatterie, ed i rifiuti di imballaggi. Per quanto riguarda le batterie esauste, solo l’8% viene conferito in modo scorretto.

Riflessioni sull’indagine Demoscopica

Questi dati emergono da un’indagine condotta per Erion da Ipsos Doxa Italia, che analizza l’impatto della comunicazione sui comportamenti ambientali dei cittadini. Un ulteriore studio tecnico-scientifico realizzato da Erion ha mappato la quantità di materiali riciclabili che finiscono nei rifiuti urbani indifferenziati. I risultati mostrano un’Italia informata, ma che, di fronte alla necessità di agire, si dimostra poco reattiva. Di conseguenza, si avverte la necessità di un modello integrato che combini infrastrutture più capillari e una comunicazione efficace, in grado di tradursi in una reale conoscenza operativa da parte dei cittadini.

I risultati di questi studi sono stati presentati in occasione dell’evento “Sostenibilità e consapevolezza: un’indagine sui rifiuti indifferenziati e sul ruolo della comunicazione nel trasformare i comportamenti,” si è svolto presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma, in corrispondenza con l’International E-Waste Day, giornata dedicata a livello mondiale ai RAEE.


I cittadini dimostrano una buona conoscenza dell’obbligo di raccolta differenziata, con il 92% consapevole riguardo le batterie esauste, l’86% riguardo ai RAEE, il 77% per i rifiuti di imballaggio e il 71% per i rifiuti tessili. Tuttavia, nel passaggio dalla teoria alla pratica, ogni anno in Italia si smaltiscono nell’indifferenziata 0,12 kg di pile esauste per abitante (rispetto ai 0,06 kg raccolti ufficialmente), 1,98 kg di piccoli RAEE (contro 1,34 kg) e 17 kg di rifiuti tessili (superando i 2,74 kg di raccolta). Questo divario evidenzia una problematica cruciale nella gestione dei rifiuti a livello nazionale.

Le richieste degli italiani per una gestione più semplice

Per quanto riguarda la gestione degli imballaggi, i risultati dei vari campionamenti hanno mostrato una variabilità eccessiva, evidenziando l’urgenza di risposte più efficaci. Gli italiani chiedono soluzioni pratiche e accessibili per facilitare la raccolta, specialmente lungo i percorsi quotidiani. Per i RAEE, il 40% degli intervistati preferisce la possibilità di lasciarli nei negozi senza dover acquistare un apparecchio equivalente, sistema definito come “ritiro uno contro zero”. Per le batterie esauste, il 49% degli italiani auspica l’installazione di contenitori nei supermercati. Infine, per il tessile, i luoghi di shopping come i centri commerciali (30%) e i supermercati (26%) si rivelano i punti di raccolta più graditi.

È importante riconoscere che sebbene l’isola ecologica sia utile per la gestione dei rifiuti ingombranti e per i conferimenti programmati, presenta limiti pratici per la raccolta dei piccoli rifiuti. Nonostante quasi il 90% degli italiani sia informato sui danni ambientali causati dai mozziconi di sigaretta, l’85% ammette che gettarli a terra continua a essere un gesto comune e accettato.

In un contesto così complesso, la rinascita della cultura del riciclo e della giusta gestione dei rifiuti richiede non solo una maggiore informazione, ma anche azioni concrete che facilitino il cambiamento delle abitudini quotidiane. L’educazione ambientale, quindi, diventa un elemento chiave per costruire un futuro più sostenibile. Fonte: Erion, Ipsos Doxa Italia.

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