Ex Ilva, stop confronto sindacati: governo esprime rammarico per impasse negoziale
Il Governo ha espresso rammarico per il mancato proseguimento del confronto con le organizzazioni sindacali sull’ex Ilva, ma conferma la volontà di approfondire tutte le questioni, comprese quelle più controverse. Durante l’incontro a Palazzo Chigi è stato presentato il piano di decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto, con l’annuncio del coinvolgimento di un operatore estero. L’UGL Metalmeccanici ha sottolineato le preoccupazioni per i circa 6.000 lavoratori in cassa integrazione dal 1° gennaio e per i futuri esuberi derivanti dall’adozione di forni elettrici, chiedendo un piano chiaro con investimenti certi e impegno concreto anche a livello europeo.
Ex Ilva: le posizioni del Governo e di UGL Metalmeccanici sulla transizione e il futuro occupazionale
Il Governo esprime rammarico per la mancata accettazione, da parte delle organizzazioni sindacali, della proposta di proseguire il confronto sull’ex Ilva, anche in relazione agli aspetti tecnici emersi durante la discussione. Palazzo Chigi ribadisce la disponibilità dell’Esecutivo ad approfondire tutti gli elementi, compresi i rilievi più controversi sollevati dalle stesse sigle sindacali, riguardanti le proposte avanzate per la gestione operativa dell’azienda in questa fase di transizione.
L’incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha visto la presentazione del piano di decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto. Durante la riunione è stato annunciato il coinvolgimento di un operatore estero, con cui erano state già avviate interlocuzioni la settimana precedente, da cui è scaturita la richiesta di ulteriori chiarimenti circa la manifestazione di interesse espressa da tale soggetto. La preoccupazione maggiore riguarda la situazione dei circa 6.000 lavoratori che, a partire dal 1° gennaio, saranno collocati in cassa integrazione a seguito della fermata delle batterie di cokefazione, con gravi ricadute sull’indotto, sugli appalti e sui trasporti collegati al complesso ex Ilva.
L’introduzione di forni elettrici nel futuro piano di decarbonizzazione comporterà inoltre un impatto occupazionale aggiuntivo, con un numero di esuberi ancora da definire, a cui si aggiungono le criticità legate ai 1.700 lavoratori di Ilva attualmente in Amministrazione Straordinaria. UGL Metalmeccanici sollecita un piano chiaro e condiviso, fondato su investimenti concreti e su garanzie occupazionali solide, in modo da costruire una prospettiva di rilancio effettiva per l’ex Ilva, coinvolgendo tutte le parti con responsabilità e impegno.
Durante il confronto è stato ribadito che il Governo resta disponibile a valutare una partecipazione diretta dello Stato per rafforzare gli investimenti e garantire la stabilità dell’assetto societario, su richiesta delle sigle sindacali. È stata inoltre ricordata l’ostilità manifestata dall’amministrazione comunale di Taranto, che ha impedito una potenziale manifestazione d’interesse per la realizzazione di un impianto destinato alla fornitura di gas. UGL Metalmeccanici sottolinea infine l’importanza di un impegno concreto a livello europeo per la siderurgia, apprezzando l’azione dell’Italia nel contesto comunitario per il futuro del settore.
Prospettive e criticità nel piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva: il governo e le posizioni sindacali
Il Governo ha manifestato disappunto per il rifiuto delle organizzazioni sindacali di proseguire il confronto sull’ex Ilva, in particolare sugli aspetti tecnici emersi durante la trattativa. Da Palazzo Chigi è arrivata comunque la conferma della disponibilità a continuare a esaminare tutte le tematiche, comprese quelle più controverse sollevate durante il dialogo, con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise per la gestione operativa dell’azienda nel delicato momento di transizione.
Nel corso dell’incontro tenutosi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato illustrato il piano per la decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto e l’ingresso di un operatore straniero, incontrato qualche giorno prima. Sulla base di tale contatto, è stata richiesta una più dettagliata documentazione circa la manifestazione di interesse di questo soggetto. I rappresentanti dell’UGL Metalmeccanici hanno espresso seri timori riguardo all’impatto sociale del piano, con circa 6.000 lavoratori in cassa integrazione previsti a partire dal 1° gennaio, in coincidenza con la sospensione delle batterie di cokefazione, situazione che influirà negativamente anche su appalti, trasporti e l’intero indotto legato all’ex Ilva.
L’organizzazione sindacale ha inoltre evidenziato le conseguenze occupazionali derivate dall’introduzione di forni elettrici nel progetto di decarbonizzazione, senza ancora una quantificazione precisa degli esuberi, tenendo conto anche dei circa 1.700 addetti in Amministrazione Straordinaria. La UGL Metalmeccanici ha espresso la necessità di un piano concreto e condiviso, con interventi certi e chiari per garantire stabilità occupazionale e rilancio produttivo. Sempre durante la riunione, è stata ribadita la disponibilità governativa a valutare forme di partecipazione diretta dello Stato per sostenere gli investimenti e consolidare la struttura societaria, mentre è stato ricordato il blocco comunale sull’impianto per la fornitura di gas.
Infine, l’UGL Metalmeccanici ha sottolineato l’importanza di un impegno forte anche a livello europeo per la siderurgia, riconoscendo il ruolo attivo del Governo italiano all’interno della Comunità Europea per definire strategie che garantiscano il futuro del settore strategico per il Paese. Questi elementi indicano la necessità di un dialogo costruttivo e di scelte coordinate tra istituzioni, lavoratori e attori industriali per affrontare in modo efficace le sfide della transizione energetica e industriale.
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