Fauna selvatica: Necessario aggiornare una legge obsoleta di 30 anni per la tutela ambientale.

Fauna selvatica: Necessario aggiornare una legge obsoleta di 30 anni per la tutela ambientale.

La proposta di riforma della legge 157/92 sulla fauna selvatica è un passo decisivo per affrontare...

La proposta di riforma della legge 157/92 sulla fauna selvatica è un passo decisivo per affrontare l’emergenza ungulati, che causa danni ingenti all’agricoltura, incidenti stradali e rischi per la sicurezza pubblica. Cia-Agricoltori Italiani, durante un incontro con il ministro Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza di aggiornare una normativa obsoleta. Con un incremento della popolazione di cinghiali da 50.000 nel 1980 a oltre 2 milioni oggi, è necessario un coinvolgimento attivo degli agricoltori nei piani di contenimento e strumenti operativi per proteggere colture e bestiame, oltre a indennizzi per i danni subiti.

Riforma della Legge sulla Fauna Selvatica: Un Passo Necessario per il Settore Agricolo

ROMA (ITALPRESS) – La proposta di riforma della legge 157/92 sulla fauna selvatica segna un importante passo verso l’adeguamento di una normativa ormai superata. Cia-Agricoltori Italiani ha sottolineato la necessità di affrontare l’emergenza ungulati, con danni consistenti a agricoltura e ambiente, oltre a rischi per la salute pubblica e la sicurezza stradale. Durante un incontro a Roma con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini, ha evidenziato come la situazione attuale richieda un intervento urgente.

Fini ha spiegato che la legge vigente, che risale a oltre trent’anni fa, non tiene più conto delle attuali esigenze agricole, ambientali e faunistiche del Paese. Alcune specie, come i cinghiali, sono cresciute in modo esponenziale, causando danni significativi al settore agroalimentare. Si è passati da circa 50 mila cinghiali nel 1980 a oltre 2 milioni oggi, con questi animali responsabili dell’80% dei danni agricoli.

Un elemento positivo della riforma è il riconoscimento del ruolo attivo degli imprenditori agricoli nel controllo della fauna selvatica. Il disegno di legge prevede che gli agricoltori, con licenza venatoria e formazione adeguata, possano partecipare ai piani di contenimento, garantendo un monitoraggio più efficace del territorio e proteggendo le coltivazioni. Inoltre, c’è un potenziamento della funzione degli Ambiti Territoriali di Caccia, che dovranno collaborare con il mondo agricolo per un riequilibrio della fauna.

Cia ha avanzato al ministro tre richieste chiave: un sistema automatico di indennizzo per i danni della fauna selvatica, una cabina di regia nazionale con rappresentanza agricola e un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni agricole nella governance faunistico-venatoria. Questi elementi risultano fondamentali per affrontare in modo efficace la questione degli animali selvatici, che ha assunto proporzioni problematiche in tutto il Paese.

Riforma della Legge sulla Fauna Selvatica: Un Passo Necessario per l’Agricoltura

ROMA (ITALPRESS) – La proposta di riforma della legge 157/92, che regola la fauna selvatica, segna un importante passo verso l’aggiornamento di una normativa ormai superata. Cia-Agricoltori Italiani ha sottolineato come questa revisione sia necessaria per affrontare l’emergenza degli ungulati, il cui impatto negativo sull’agricoltura e sull’ambiente è sempre più evidente. I danni ammontano a milioni di euro, e ci sono rischi legati a incidenti stradali e malattie, anche nelle aree urbane.

Durante un incontro a Roma con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il presidente di Cia, Cristiano Fini, ha evidenziato la necessita d’introdurre una legislazione che tenga conto delle attuali problematiche agricole e faunistiche. Nel corso degli anni, la situazione è cambiata drasticamente: le popolazioni di cinghiali, ad esempio, sono esplose, passando da 50 mila esemplari nel 1980 a oltre 2 milioni oggi, causando danni inimmaginabili per il settore agricolo.

A sostegno delle proprie istanze, Cia ha accolto positivamente il riconoscimento del ruolo degli agricoltori nel controllo della fauna selvatica. La legge prevede che gli agricoltori possano partecipare attivamente ai piani di contenimento, contribuendo così alla sicurezza del territorio e proteggendo coltivazioni e animali. Inoltre, si apprezzano le potenzialità degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), i quali possono instaurare collaborazioni proficue con il mondo agricolo per gestire meglio la fauna.

Cia ha suggerito al ministro tre punti prioritari da includere nella riforma: l’istituzione di un fondo di compensazione per i danni causati dalla fauna, la creazione di una cabina di regia nazionale in grado di coordinare le azioni e un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni agricole nella programmazione faunistico-venatoria. Queste misure possono essere decisive per una gestione più efficace e sostenibile del fenomeno.

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