Guarigione frattura al gomito: tempi, intervento chirurgico e recupero completo spiegati
Il tempo necessario per la guarigione di un gomito fratturato varia in base al tipo di frattura e al trattamento adottato, che può essere non chirurgico o chirurgico. In media, la maggior parte delle persone recupera entro 3 mesi se segue correttamente il percorso terapeutico, ma in alcuni casi il recupero completo può richiedere oltre un anno.
Che cos’è una frattura del gomito?
La frattura del gomito si verifica quando uno o più dei tre ossi che compongono l’articolazione del gomito — radio, ulna e omero — si rompono. Queste fratture possono anche compromettere i muscoli, legamenti, nervi e vasi sanguigni circostanti, richiedendo un intervento medico immediato.
Le fratture al gomito si classificano in base al tipo di rottura:
- Nondisplaced: l’osso è incrinato o rotto ma mantiene la posizione originaria;
- Displaced: le estremità dell’osso si sono spostate;
- Comminuted: l’osso si rompe in più frammenti;
- Open: l’osso fratturato penetra la pelle.
Inoltre, la gravità è distinta in tre tipi:
- Tipo I: frattura senza spostamento;
- Tipo II: frammento osseo spostato;
- Tipo III: fratture multiple.
I tipi I e II vengono generalmente trattati senza chirurgia, mentre il tipo III necessita quasi sempre di un intervento chirurgico.
Tipi comuni di fratture al gomito e sintomi
Il gomito è particolarmente vulnerabile alle fratture a causa della sua posizione e della scarsa protezione da tessuti molli. Le tipologie più frequenti includono:
- Frattura dell’olecrano: rottura della prominenza ossea del gomito, causata da una caduta o impatto diretto;
- Frattura della testa radiale: interessa la testa del radio, una delle due ossa dell’avambraccio;
- Frattura supracondiloidea: coinvolge la base dell’omero ed è più comune nei bambini, spesso con spostamento osseo.
I segni caratteristici di una frattura del gomito sono:
- Dolore intenso e improvviso;
- Gonfiore e arrossamento;
- Lividi sul gomito o sull’avambraccio;
- Rigidità e difficoltà nel movimento;
- Sensazioni di intorpidimento o formicolio;
- Deformità visibile se l’osso è spostato o una lussazione è presente;
- Scrosci o rumori al momento dell’infortunio.
Alla presenza di questi sintomi è fondamentale consultare un medico. La diagnosi si effettua con esami strumentali quali radiografie, risonanza magnetica (MRI) per valutare i tessuti molli o tomografia computerizzata (TC) per studi ossei più dettagliati.
