“His House”: un capolavoro dell’orrore contemporaneo da non perdere assolutamente.
La Mostra del Terrore: Trauma e Horror nel Cinema
Negli ultimi anni, l’affermazione “il vero mostro è il trauma” è diventata un tema ricorrente nel mondo dell’horror moderno. Film come Hereditary, The Babadook e, sebbene in modo meno incisivo, Smile, sono solo alcuni degli esempi più noti. Tra tutti, pochi come il film del 2020 His House riescono a utilizzare questo concetto con così tanta efficacia.
La Storia di Bol e Rial
His House racconta la storia di Bol e Rial, rifugiati provenienti dal Sud Sudan, interpretati da Sope Dirisu e Wunmi Mosaku. Entrambi offrono performance straordinarie, un taglio raramente visto in opere di questo genere. La loro abilità attoriale è uno degli elementi che eleva il film ben oltre i soliti standard di “una casa infestata dal trauma”. In particolare, Mosaku dimostra una presenza scenica e una raffinatezza tali da meritare, in un mondo giusto, il successo mondiale.
Ma in un film horror, il pubblico non cerca solo una recitazione magistrale (che sicuramente è un bonus), ma anche brividi. In questo, His House non delude. Bol e Rial sono sistemati in una casa fatiscente alla periferia di Londra. I muri sono pieni di crepe, la carta da parati è malconcia e l’elettricità è instabile. Ciononostante, per loro, è un’opportunità di scappare dalla guerra civile e dal genocidio che devasta il loro paese d’origine.
