I soggetti valutano i compensi di carbonio come una soluzione climatica ingiusta e fallace.
In alcuni casi, le comunità ricevono compensi minimi, se e quando le aziende riescono a vendere i crediti di carbonio. Questo è simile a pratiche nel settore agricolo, dove il “contract farming” può ricondurre a situazioni in cui gli agricoltori perdono il controllo sulle loro terre, anche se formalmente ne mantengono la proprietà.
Il Caso di Madagascar e le Irregolarità
Un caso citato dalla Land Matrix coinvolge un progetto in Madagascar, gestito da un’azienda francese chiamata iTeraka. Qui, gruppi di agricoltori piantano alberi per generare crediti di carbonio. Questi agricoltori sono obbligati a firmare contratti che limitano la loro comunicazione con giornalisti e ricercatori non autorizzati. I contratti richiedono agli agricoltori di mantenere gli alberi per 100 anni e di coprire tutte le spese di piantagione e cura degli alberi. In cambio, i villaggi ottengono solo una parte delle entrate dai crediti di carbonio.
Il problema principale sembra essere che molte aziende non vogliono rendere pubblici i contratti. Questo porta a una mancanza di trasparenza sulle condizioni imposte agli agricoltori, i quali si trovano spesso a dover affrontare delle spese per mantenere gli alberi senza garanzie sui profitti futuri.
