ICE crea un panopticon sui social media per monitorare e controllare l’utenza.

ICE crea un panopticon sui social media per monitorare e controllare l’utenza.

Un documento visionato da Wired mostra che ICE sta richiedendo informazioni a appaltatori che potrebbero aiutare l’agenzia a realizzare questa iniziativa, la quale potrebbe persino richiedere a lavoratori di cercare dati sui familiari, amici o colleghi di un obiettivo per individuare i loro spostamenti. L’agenzia prevede di allocare circa 12 appaltatori in una struttura di monitoraggio nel Vermont, mentre 16 membri dello staff lavoreranno in California, alcuni dei quali dovranno essere disponibili “in qualsiasi momento.”

David Greene, direttore delle libertà civili presso l’Electronic Frontier Foundation, ha affermato che gli strumenti di monitoraggio automatizzati e alimentati da AI daranno al governo la capacità di “monitorare i social media per punti di vista che non gli piacciono su una scala che prima non era possibile con una sola revisione umana.” Greene aggiunge: “La portata di questa sorveglianza è accompagnata da un altrettanto massiccio effetto deterrente sulla libertà di parola.”

Oltre ai social media, ICE ha accesso a telecamere di sicurezza che scansionano le targhe automobilistiche e ha acquisito strumenti che tracciano i movimenti di milioni di telefoni.

Inoltre, i piani di sorveglianza sui social media dell’amministrazione Trump superano quelli di ICE. Il Servizio di Cittadinanza e Immigrazione degli Stati Uniti ha proposto iniziative per richiedere ai richiedenti della cittadinanza di fornire i propri nomi utente sui social media. Nel 2019, il Dipartimento di Stato ha iniziato a richiedere ad alcuni richiedenti visto di elencare i loro nomi utente sui social media utilizzati nell’anno precedente, espandendo il requisito nel giugno scorso a includere più tipi di visti non immigranti.

In questo contesto, il governo statunitense ha già iniziato a perlustrarsi nei social media alla ricerca di post che non allineano con i punti di vista dell’amministrazione Trump. Ad esempio, a marzo ha avviato un’iniziativa “Catch and Revoke” alimentata da AI, per rintracciare post da titolari di visto studenti che apparivano a sostenere Hamas o altre organizzazioni designate come terroristiche. Il Dipartimento di Stato ha anche annunciato all’inizio di questo mese la revoca dei visti a sei persone che il governo statunitense ha affermato di avere “celebrato” la sparatoria del commentatore di destra Charlie Kirk. Proprio questa settimana, ICE ha arrestato nove venditori ambulanti nella Canal Street di New York poco dopo che un influencer conservatore aveva taggato ICE in un post che mostrava i venditori della zona.

Ora, con un potente strumento di monitoraggio sui social media nelle mani di ICE, l’agenzia non avrà più bisogno di influencer per segnalare individui da deportare, rendendo ancora più rischioso esprimere liberamente le proprie opinioni online. “Questo è un ulteriore esempio di CEO della tecnologia che collaborano con un governo federale sempre più autoritario nell’ambito dei continui tentativi di Trump di limitare la libertà di parola,” afferma Sacha Haworth, direttore esecutivo del Tech Oversight Project. “Dovrebbe terrorizzare e indignare ogni americano.”

Per maggiori informazioni e approfondimenti, si rimanda a fonti ufficiali come l’American Civil Liberties Union e Wired.

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