Il dibattito sulle critiche di Fedez e la difesa di Corona

Il dibattito sulle critiche di Fedez e la difesa di Corona

Selvaggia Lucarelli si esprime sulla vicenda Corona-Fedez-Ferragni, concentrandosi sulle modalità...

Selvaggia Lucarelli si esprime sulla vicenda Corona-Fedez-Ferragni, concentrandosi sulle modalità con cui Fabrizio Corona ha diffuso le conversazioni. Denuncia la violenza verbale, il monetizzazione sulla vita intima altrui, la vittimizzazione secondaria e il bodyshaming presenti nel caso. Lucarelli critica il modo in cui il video dei tradimenti di Fedez viene commentato come gossip, senza considerare la grave violenza presente. Accusa la presenza di una “pianta infestante” che invade il web e sottolinea come il vero contenuto del video venga ignorato. Invita a riflettere sulle implicazioni della vicenda e sulla responsabilità di diffondere quel genere di contenuti.

Il pensiero di Selvaggia Lucarelli sulla vicenda Corona-Fedez-Ferragni

Selvaggia Lucarelli ha scritto sulla sua newsletter riguardo alla vicenda Corona-Fedez-Ferragni, concentrandosi non sui contenuti delle conversazioni, ma sul modo in cui Corona le ha diffuse. Nel suo articolo, dal titolo “Non è gossip, ma violenza”, evidenzia come vi sia una violenza verbale e una monetizzazione sulla vita intima e sessuale altrui, insieme alla vittimizzazione secondaria, il bodyshaming, la violazione della privacy e la vendetta, puntando l’attenzione sulla gravità di tali azioni.

Nell’anteprima gratuita dell’articolo, Lucarelli racconta di aver ricevuto messaggi insultanti su Instagram relativi alla sua fisicità, collegando questa situazione alla presenza di Fabrizio Corona nel mondo mediatico, definendolo come una “pianta infestante”. La giornalista ribadisce il suo intento di non alimentare questo tipo di comportamenti dannosi, denunciando la diffusione e la legittimazione della violenza presente nei video e nei contenuti online.

Lucarelli sottolinea che il video dei presunti tradimenti di Fedez non va considerato solo come gossip, ma come veicolo di violenza su più livelli. Rivolge un appello a non banalizzare i messaggi trasmessi nei video, evidenziando come la società stia accettando e supportando comportamenti dannosi e dispregiativi, ignorando la gravità delle situazioni e riducendo tutto a un semplice spettacolo da commentare senza riflessione.

Infine, Lucarelli invita il pubblico a guardare oltre le apparenze e a riflettere sulle implicazioni morali e sociali delle vicende in questione, mettendo in evidenza l’importanza di non alimentare la cultura dello sciacallaggio mediatico e della superficialità nella discussione di temi delicati e complessi.

Il pensiero di Selvaggia Lucarelli sulla vicenda Corona-Fedez-Ferragni

Selvaggia Lucarelli, sulla sua newsletter a pagamento, ha espresso la sua opinione sulla vicenda che coinvolge Fabrizio Corona, Fedez, e Chiara Ferragni. Pur non entrando nel merito delle conversazioni divulgate, l’autrice si è focalizzata sulle modalità con cui Corona ha diffuso tali contenuti. Nel suo articolo, intitolato “Non è gossip, ma violenza”, Lucarelli denuncia la violenza verbale, la monetizzazione della vita intima altrui, la vittimizzazione secondaria, il bodyshaming, la violazione della privacy e la vendetta presenti nella vicenda.

Nell’anteprima gratuita, la giornalista racconta di essere stata insultata su Instagram da profili anonimi, attribuendo questa crescita di cattiverie in rete all’azione nefasta di Corona e del suo podcast Falsissimo. Lucarelli si è impegnata a non alimentare il fenomeno, evitando di contribuire alla diffusione dei video controversi. Questi contenuti, infatti, sono divenuti virali su molteplici piattaforme online, come X, Instagram, Twitter e persino sui media tradizionali.

Secondo Lucarelli, ciò che preoccupa non è il semplice gossip su presunti tradimenti, ma la totale mancanza di consapevolezza della violenza presente nei video di Corona. L’autrice critica coloro che ridono e commentano superficialmente le vicende, senza rendersi conto della perpetrazione di violenze su più livelli. Lucarelli avverte che la spettacolarizzazione di situazioni simili ha il potere di normalizzarle, coinvolgendo il pubblico in un voyeurismo dannoso ed irresponsabile.

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