Il docufilm “Miracolo Milano” debutta il 16 ottobre al Senato italiano

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Il docufilm “Miracolo Milano” debutta il 16 ottobre al Senato italiano

“Miracolo Milano”: il docufilm che racconta la rinascita della metropoli lombarda sfida il festival di Roma

Un’opera cinematografica che celebra la trasformazione di Milano

MILANO (ITALPRESS) – Nonostante non sia ancora arrivato nelle sale, il docufilm “Miracolo Milano”, prodotto da Abtg in collaborazione con Proger e diretto da Michele Saulle, ha già attirato grande attenzione da parte della critica e del pubblico. Questa pellicola racconta l’incredibile trasformazione urbanistica e culturale della città di Milano, evidenziando il profondo cambiamento che l’ha resa una delle metropoli più innovative e attrattive d’Europa negli ultimi cinquant’anni.

Il film documenta investimenti pubblici e privati per oltre 30 miliardi di euro, che hanno rivoluzionato il volto di Milano, trasformandola in un esempio europeo di riqualificazione urbana. Lo scopo è raccontare una storia di rinascita, coraggio e resilienza, offrendo una narrazione originale e critica rispetto ai tradizionali schemi mediatici. Come dichiarato da Alfio Bardolla, produttore del film, “Miracolo Milano celebra questa verità storica come mai nessun altro aveva fatto prima”.

Esclusione dal Festival di Roma: un’occasione persa secondo gli autori

Nonostante l’entusiasmo di chi ha già visto il docufilm, “Miracolo Milano” non è stato selezionato per il Festival del Cinema di Roma, un’esclusione attesa secondo gli ideatori stessi. Vittorio Feltri, giornalista di spicco, aveva anticipato questa decisione definendola un “sacrilegio” e denunciando una cultura snob all’interno del circuito romano che avrebbe escluso la pellicola non per questioni qualitative, ma per motivi di appartenenza a un ambiente elitario. “Non c’è posto per Milano nel presepe romano”, ha scritto Feltri il 25 agosto su Il Giornale, sottolineando un atteggiamento miope verso una storia di rilievo europeo.

Luigi Crespi, ideatore del progetto, ha dichiarato che la decisione del festival romano è stata una “chiara provocazione” che non è stata capita, definendo questa esclusione un’occasione mancata per il festival stesso. L’opera, secondo Crespi e altri spettatori autorevoli, non è un prodotto locale di nicchia, ma ha un valore universale grazie al racconto della straordinaria rigenerazione urbana che ha interessato Milano.


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