Il rapimento di Giuseppe Soffiantini: Attilio Cubeddu e Giovanni Farina nell’ombra di Anonima Sarda.

Il rapimento di Giuseppe Soffiantini: Attilio Cubeddu e Giovanni Farina nell’ombra di Anonima Sarda.

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"Cose Nostre": Stasera il Docu-Programma su Rai 1 che Racconta l’Anonima Sarda

Stasera alle 23:55 su Rai 1, il programma "Cose Nostre", condotto da Emilia Brandi, offrirà uno spaccato inquietante e affascinante sulla storia dell’Anonima Sarda e delle sue figure chiave, come Attilio Cubeddu e Giovanni Farina. Questo gruppo di bande criminali attivo in Sardegna dagli anni ‘60 fino agli anni ‘90 è conosciuto per la sua operatività in ambito di sequestri a scopo di estorsione.

La Storia dell’Anonima Sarda: Un Fenomeno Complesso

Il termine "Anonima Sarda" non si riferisce a clan mafiosi tradizionali, ma piuttosto a bande informali formate da pastori, braccianti e abitanti delle zone più interne della Sardegna, tra cui Orgosolo e Mamoiada. Queste bande operavano in un contesto sociale e culturale specifico, guidate più da vincoli familiari che da una strategia criminale organizzata.

Secondo il criminologo Roberto Saviano, “la criminalità attiva nelle aree isolate dell’Italia si nutre dei legami e delle dinamiche locali, spesso molto più che delle semplici pratiche illegali”. Un’analisi che si riflette chiaramente nei metodi adottati dall’Anonima Sarda.

Il modus operandi di questi gruppi era caratterizzato da violenza e improvvisazione: i membri colpivano all’improvviso e sequestravano imprenditori, figli di facoltosi o turisti casualmente presenti, per poi nasconderli in luoghi isolati, come stalle o casolari montani. Noti sono i casi di Fabrizio De André e Dori Ghezzi nel 1979 e la tragica vicenda di Silvia Melis nel 1997, che rappresentano solo una frazione del terrore diffuso in tutta Italia.

Leggi e Cambiamenti nelle Strategie di Contrasto

Con l’inizio degli anni ‘90, le istituzioni italiane cominciarono a controbattere in modo più efficace a questo fenomeno. L’adozione della legge 82 del 1991, che congelava i beni delle famiglie dei sequestratori, stravolse il mercato dei riscatto, capovolgendo la situazione a favore dello Stato. “Le istituzioni devono fare della prevenzione e della repressione un’arma fondamentale contro la criminalità”, afferma il Ministro dell’Interno.

Col passare del tempo, vennero introdotte pene più severe e una maggior collaborazione tra le forze di polizia e le vittime, consentendo a queste ultime di rompere il muro dell’omertà che per anni aveva avvolto l’Anonima Sarda. Grazie a queste misure, il fenomeno della criminalità organizzata in Sardegna, pur non scomparendo del tutto, ha subito un ridimensionamento significativo.

Attilio Cubeddu e Giovanni Farina: I Protagonisti di una Storia Tragica

Due figure emblematiche dell’Anonima Sarda sono Attilio Cubeddu e Giovanni Farina. Cubeddu, latitante dal 1997, è stato condannato per sequestro e omicidio. Si presume che, nascosto in qualche angolo remoto tra l’Ogliastra e l’Appennino, viva di legami familiari e complicità. Alcuni ritengono addirittura che possa già essere morto, mentre altri sono convinti che continui a osservare le dinamiche sociali da lontano.

Giovanni Farina, d’altra parte, arrestato in Australia nel 1998, ha vissuto un destino diverso. Estradato in Italia, condannato all’ergastolo per il sequestro di Giuseppe Soffiantini, ha trascorso 21 anni in carcere. Durante la sua detenzione, ha trovato una nuova vocazione come "bandito poeta", scrivendo opere che raccontano la sua esperienza e le sue fughe in Sud America. “Il carcere ha alimentato la mia creatività”, ha dichiarato Farina, riflettendo sulla sua vita di reclusione e isolamento.

Un’Analisi del Passato e del Presente

Il programma "Cose Nostre" non si limiterà a ricostruire i cruenti eventi del passato, ma cercherà anche di fare luce su quanto rimane dell’Anonima Sarda oggi. La questione rimane complessa, intrisa di omertà e complicità politiche. Qual è il vero prezzo di questa violenza che continua a segnare la vita delle vittime e delle loro famiglie?

Interverranno anche esperti e testimoni che, nonostante le cicatrici del passato, continuano a lottare per un futuro senza paura. “La lotta per la verità è la via maestra verso la giustizia”, afferma la giornalista e attivista antimafia, simbolo di una resistenza contro ogni forma di illegalità.

Le storie di Cubeddu, Farina e delle vittime rappresentano un monito per la società contemporanea, un invito a non dimenticare e a vigilare per la costruzione di una comunità giusta e sicura.

Il programma di questa sera è un’importante opportunità per riflettere su un capitolo oscuro della storia sarda e italiana, e sulla lotta continua contro la criminalità organizzata. Non perderti questa analisi profonda e rivelatrice, solo su Rai 1.

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