Ilva, lavoratori in sciopero a Taranto contro i tagli annunciati

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Gli operai Ilva di Taranto hanno adesito in massa allo sciopero indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb contro i tagli di forza lavoro annunciati da Am Investco Italy insieme alle nuove condizioni di inquadramento contrattuale dei lavoratori.

Adesione totale degli operai di Taranto

Tra gli operai del primo turno l’adesione è stata praticamente totale. L’agitazione è stata decisa venerdì scorso , dopo che Am Investco ha formalizzato il piano degli esuberi che consiste in 4mila lavoratori quantificati sui 14.200 addetti totali del gruppo Ilva (e 3.300 sono in eccedenza proprio nella sede pugliese). Presidi di lavoratori e sindacati davanti alle portinerie A, D, tubifici e imprese dello stabilimento di Taranto.  «Dai primi dati l’adesione a Taranto, Genova, Novi Ligure, è totale» fa sapere il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli.

Le prospettive non sembrano essere esaltanti nemmeno per i diecimila che dovrebbero restare, licenziati e subito riassunti ma con il solo contratto metalmeccanico nazionale, senza il riconoscimento degli scatti d’anzianità e degli integrativi.

Lo sciopero riguarda anche gli stabilimenti Ilva di Novi Ligure, ma tensione si registra anche a Genova Cornigliano. I dipendenti dello stabilimento ligure alle 8.30 sono partiti in corteo verso la prefettura. Sono 600 gli esuberi previsti nello stabilimento di Genova su 1.500 impiegati nella fabbrica genovese che potrebbero perdere il posto: a sostenere la protesta anche i lavoratori del porto, delegazioni da tutte le fabbriche genovesi e una rappresentanza degli antifascisti.

Incontro al ministero

Oggi è previsto l’incontro al Ministero dello sviluppo economico. Il viceministro Teresa Bellanova ha spiegato al Gr1: «La posizione del governo è che si parte dalla proposta che era stata fatta nel bando di gara. Si parlava di un costo di 50.000 euro medio a lavoratore e quindi rispetto alla proposta che è stata avanzata nella comunicazione alle organizzazioni sindacali, si parla di una cifra più alta. Apro il tavolo con l’auspicio che tutte le parti facciano un confronto di merito e che il governo agevolerà questo confronto per arrivare ad un’intesa che sia soddisfacente per tutte le parti». Ma per i sindacati la base di partenza del confronto è inaccettabile.

Il segretario della Camera del Lavoro Ivano Bosco, ha confermato che potrebbe essere solo l’inizio e in assenza di segnale da Roma la protesta potrebbe proseguire nei giorni successivi. Il governo è comunque in campo e attraverso la ministra della Difesa Roberta Pinotti, ieri a Genova per i 135 anni della Soms Castagna, ha fatto sapere che sarà al fianco dei sindacati per raggiungere un obiettivo comune che migliori la situazione del lavoro, riducendo il numero degli esuberi, e le tutele del lavoro, con il rispetto dei diritti acquisiti.

Oggi è previsto un cda di Piaggio Aero che dovrebbe anche esaminare l’interesse di Leonardo per i velivoli a pilotaggio remoto, i “droni” sviluppati in due modelli. «Siamo di fronte a un’azienda strategica sul fronte della difesa e quindi il governo, nell’interesse nazionale, può esercitare la golden share — spiega la ministra della Difesa Roberta Pinotti — Non dimentichiamo che con il decreto 140 viene finanziato l’ordine per l’acquisto di venti macchine, dieci a terra e dieci in volo, per un valore complessivo di 760 milioni. Quindi questo conferma che crediamo nel prodotto».

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