Impatto devastante degli studi in acque profonde: oltre un terzo degli animali colpiti.
Richieste di Moratoria sull’Estrazione Mineraria dei Fondali Marini
Negli ultimi anni, si sono intensificate le richieste per una moratoria globale sull’estrazione mineraria dei fondali marini. Questo avviene dopo la pubblicazione di risultati allarmanti emersi da uno studio quinquennale condotto da un team di esperti internazionali. L’indagine ha preso in esame campioni del fondale oceanico nel Pacifico, sia prima che dopo l’intervento di macchinari per l’estrazione sovrastrutturale, creando un’area di circa 80 km di danno.
Il progetto ha coinvolto ricercatori dell’Università di Gothenburg, del Natural History Museum del Regno Unito e del National Oceanography Centre. Il team ha trascorso oltre 160 giorni in mare e ulteriori tre anni in laboratorio per analizzare l’impatto sull’ecosistema marino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature e finanziati da The Metals Company, un importante attore nel settore dell’estrazione mineraria in acque profonde, che mira a diventare la prima azienda a realizzare attività commerciali sul fondo marino.
Impatto sull’Ecosistema Marino
Durante la ricerca, i biologi hanno esaminato la biodiversità nella Clarion-Clipperton Zone, un’area ricca di minerali tra le Hawaii e il Messico. Hanno identificato oltre 4.000 specie di organismi bentonici e monitorato la loro popolazione due anni prima e due mesi dopo l’operazione estrattiva, che ha portato alla rimozione di oltre 3.000 tonnellate di noduli polimetallici. Il dato preoccupante emerso è che il numero di organismi visibili, come vermi, crostacei e vongole, è diminuito del 37% nelle zone toccate direttamente dall’attività mineraria.
In un comunicato, Georgia Whitaker di Greenpeace International ha affermato: “I risultati mostrano danni a creature marine uniche e preziose. È fuorviante sostenere che l’impatto sia limitato solo ai siti di estrazione.” La Metals Company, dal canto suo, ha dichiarato di essere “incoraggiata” dai risultati, affermando che gli effetti negativi sulla biodiversità sono “limitati all’area direttamente coinvolta”.
Secondo un rapporto dell’Environmental Justice Foundation, l’estrazione in acque profonde non è necessaria per la transizione verso l’energia pulita. L’analisi suggerisce che una combinazione di tecnologie avanzate, economia circolare e riciclo potrebbe ridurre la domanda di minerali fino al 58% tra il 2022 e il 2050.
Oltre ai danni alla biodiversità, esperti avvertono che le tecniche di estrazione mineraria potrebbero anche compromettere il carbonio immagazzinato negli oceani, un aspetto cruciale per la salute globale del nostro pianeta.
Situazione Attuale e Prospettive Future
Molti Paesi stanno esplorando la possibilità di avviare attività di estrazione in acque profonde. La Norvegia, per esempio, è stata la prima nazione al mondo a legalizzare tali operazioni, pianificando di consentire l’estrazione su circa 280.000 metri quadrati di acque nazionali. Tuttavia, recenti sviluppi hanno portato a una sospensione di questo piano, con il nuovo governo che ha previsto un rinvio di almeno quattro anni. Il primo ministro Jonas Gahr Støre ha commentato: “Non si tratta di un divieto permanente, ma di un rinvio legato alle trattative sul bilancio statale”.
Le Isole Cook hanno adottato un approccio simile, rinviando le domande di estrazione fino almeno al 2032. Alla luce di queste misure, oltre 35 nazioni e l’Unione Europea stanno sostenendo un divieto temporaneo sul tema, in risposta alle preoccupazioni ambientali.
Recentemente, Donald Trump ha adottato un ordine esecutivo per rilanciare l’estrazione sui fondali marini, sottolineando l’intento degli Stati Uniti di diventare leader globale nell’uso responsabile delle risorse minerali oceaniche. Questa mossa ha generato ampie critiche, non solo da parte di ambientalisti ma anche da Paesi come la Cina, che ha bloccato il rilascio di permessi fino a quando non si raggiunge un accordo su come gestire le risorse comuni.
In conclusione, la questione dell’estrazione mineraria dei fondali marini si presenta come un tema di crescente rilevanza, con il potenziale di avere impatti devastanti sulla biodiversità e sull’ecosistema globale. È fondamentale che i governi e le organizzazioni internazionali collaborino per garantire una gestione sostenibile e responsabile delle risorse marine.
Per approfondire ulteriormente, rimandiamo a studi e rapporti ufficiali, come quelli pubblicati sulla rivista Nature e dall’Environmental Justice Foundation, che offrono una visione più dettagliata sugli effetti dell’estrazione in acque profonde.
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