Impianti chiave per il riciclo rifiuti: strategia vincente per il target Ue

Impianti chiave per il riciclo rifiuti: strategia vincente per il target Ue

L'Italia si distingue come uno dei leader europei nell'economia circolare, con un tasso di...

L’Italia si distingue come uno dei leader europei nell’economia circolare, con un tasso di circolarità del 21% nel 2023, significativamente superiore alla media UE del 12%. Nonostante ciò, la penuria di impianti rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi europei al 2035, che prevedono il riciclo di almeno il 65% dei rifiuti urbani. La produzione di rifiuti ha registrato un incremento dello 0,7%, con una raccolta differenziata al 67%, ma il 16% continua a essere smaltito in discarica. La necessità di investimenti in impianti di trattamento è cruciale per migliorare la gestione e promuovere pratiche più sostenibili.

Italia e la sfida dell’economia circolare: progressi e criticità

L’Italia si distingue come uno dei paesi europei più efficienti nel campo dell’economia circolare, registrando nel 2023 un tasso di circolarità delle risorse del 21%, ben al di sopra della media dell’Unione Europea che si attesta al 12%. Nonostante questi risultati, la scarsità di impianti rappresenta una minaccia per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi europei per il 2035, i quali richiedono di riciclare almeno il 65% dei rifiuti urbani e limitare lo smaltimento in discarica al 10%. Queste informazioni emergono dal Green Book 2025, un rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani in Italia.

Nel 2023, la produzione di rifiuti urbani è aumentata a 29,3 milioni di tonnellate, con la raccolta differenziata che ha raggiunto il 67%, un incremento di 1,4 punti rispetto all’anno precedente. Questa crescita è stata più significativa nel Nord (+1,6%) rispetto al Centro (+0,9%) e al Sud (+1,4%). L’organico rappresenta la frazione più raccolta, seguito da carta, cartone, vetro e plastica. Nonostante il 51% dei rifiuti sia avviato al riciclo, la differenza rispetto alla raccolta differenziata pone limiti alla qualità del processo, evidenziando l’importanza di un adeguato sistema impiantistico.

La necessità di investire in impianti, soprattutto per il recupero energetico dei rifiuti non riciclabili, è cruciale per chiudere il ciclo e ridurre il conferimento in discarica. Attualmente, il 16% dei rifiuti urbani viene ancora smaltito in discarica. Le nazioni europee che hanno ridotto al minimo questo metodo di smaltimento mostrano un aumento significativo dell’incenerimento con recupero energetico, una strategia che l’Italia sta iniziando a seguire. Nel 2023, cinque milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti urbani sono stati trattati negli impianti di termovalorizzazione.

Infine, il settore dei rifiuti ha registrato un fatturato di poco oltre 13 miliardi di euro nel 2023, impiegando oltre 86 mila lavoratori. Nonostante i progressi, esistono ancora sfide legate alla governance locale e alla frammentazione della gestione, in particolare nelle regioni del Centro e Sud, dove le gestioni cambiano frequentemente. L’82% dei cittadini è servito da operatori pubblici e le gare d’appalto hanno una durata breve, complicando ulteriormente la stabilità e gli investimenti necessari per migliorare i servizi di igiene urbana.

Italia e l’Economia Circolare: Opportunità e Sfide per il Futuro

L’Italia si distingue nel panorama europeo per la sua attuazione dell’economia circolare, registrando nel 2023 un tasso di circolarità delle risorse del 21%, significativamente superiore alla media dell’Unione Europea, fissata al 12%. Nonostante questo risultato positivo, la mancanza di adeguati impianti di gestione dei rifiuti mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi europei fissati per il 2035, che richiedono un riciclo di almeno il 65% dei rifiuti urbani e un massimo del 10% di smaltimento in discarica. Questa analisi emerge dal Green Book 2025, un rapporto annuale sul settore, realizzato con la collaborazione di diverse istituzioni.

La produzione di rifiuti urbani nel 2023 ha raggiunto 29,3 milioni di tonnellate, con un incremento dell’0,7% rispetto all’anno precedente. La raccolta differenziata ha mostrato un miglioramento, toccando il 67%, con un aumento che varia a seconda delle regioni, registrando una maggiore crescita al Nord. L’organico continua a costituire la principale frazione raccolta, seguita da carta, vetro e plastica. Anche se è aumentata la percentuale di rifiuti avviati al riciclo, con il valore che ha raggiunto il 51%, rimane una notevole discrepanza rispetto alla raccolta differenziata.

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei, è cruciale diminuire drasticamente il ricorso alla discarica. Serve investire nella creazione di nuovi impianti, in particolare per il recupero energetico dei rifiuti non riciclabili. L’implementazione di impianti efficienti è fondamentale affinché l’Italia possa integrarsi meglio nel panorama europeo dell’economia circolare, dove i Paesi più avanzati hanno abbattuto significativamente il ricorso alla discarica.

La gestione dei rifiuti in Italia presenta ancora sfide significative, in particolare al Sud, dove le differenze territoriali influiscono sui costi e sulla qualità del servizio. L’ARERA svolge un ruolo cruciale nel garantire trasparenza nei costi e nel miglioramento della qualità dei servizi. Il fatturato del settore ha superato i 13 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 86 mila lavoratori. Nonostante i progressi, rimangono problematiche da affrontare, tra cui la frammentazione nella gestione e la necessità di una governance locale più efficace.

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