Industria farmaceutica guida export italiano: necessario superare il sistema di payback

Industria farmaceutica guida export italiano: necessario superare il sistema di payback

Industria farmaceutica guida export italiano: necessario superare il sistema di payback

Nel 2024 l’industria farmaceutica italiana ha raggiunto un record con esportazioni superiori a 54 miliardi di euro, posizionando l’Italia al quarto posto mondiale. Il settore, che coinvolge 71.000 professionisti in tutta la Penisola, cresce del 35% nel 2025 grazie a ricerca, tecnologia e distribuzione. Nonostante l’aumento delle risorse per la sanità, la domanda di cure aumenta per una popolazione invecchiata, creando pressioni su finanziamenti e imprese. Il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, solleva criticità sul meccanismo del payback, definendolo insostenibile, ed esprime preoccupazione per la proposta europea di ridurre la tutela brevettuale, sostenendo invece un rafforzamento della proprietà intellettuale.

Industria farmaceutica italiana: crescita export, sfide e prospettive di riforma

Nel 2024 l’industria farmaceutica italiana ha registrato una crescita considerevole nell’export, superando i 54 miliardi di euro. Questo risultato ha portato l’Italia a posizionarsi come quarto esportatore mondiale nel settore farmaceutico, con vendite in 193 Paesi. La nostra Nazione si conferma un ponte sanitario verso il mondo, grazie a un settore che si fonda sull’innovazione, la scienza e la tecnologia. Per il 2025 è attesa una crescita del 35%, alimentata dall’impegno di 71.000 professionisti distribuiti lungo tutta la filiera, che spazia dalla ricerca di base e clinica alla tecnologia industriale e alla distribuzione.

Sul fronte delle politiche economiche, la legge di bilancio attualmente in esame parlamentare è definita una manovra di rigore che mira a riportare il rapporto deficit-Pil sotto il 3% già nel 2025, condizione essenziale per la credibilità economica del Paese. Parallelamente, si riscontra un incremento delle risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale, anche se non risultano sufficienti quelle allocate per gli acquisti diretti di farmaci. Questo si configura come un problema crescente, soprattutto in considerazione dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della domanda di prestazioni sanitarie e cure.

Per affrontare queste criticità, si impone un intervento di riforma volto ad alleggerire gli oneri gravanti sulle aziende farmaceutiche. In particolare, il sistema del payback viene definito insostenibile, poiché rappresenta una tassa aggiuntiva che pesa per 2,5 miliardi di euro e ostacola la capacità di attrazione degli investimenti. Pur apprezzando il segnale del Governo che ha fermato la crescita del payback per l’anno in corso, viene richiesta una strategia chiara per superare gradualmente questo meccanismo entro tre anni, anche sfruttando il recente Testo unico per la farmaceutica varato dall’esecutivo.

Sulla scena internazionale, si evidenzia una critica netta nei confronti della proposta della Commissione Europea di riformare la legislazione farmaceutica. Mentre Stati Uniti e Cina hanno esteso la durata della proprietà intellettuale per sostenere ricerca e innovazione, l’Europa rischia di indebolirsi riducendo tali tutele. Questa visione restrittiva, legata anche al Green Deal di Timmermans, potrebbe penalizzare settori strategici come quello farmaceutico. Di conseguenza, viene applaudito il Governo italiano, primo tra i Paesi europei a prendere posizione contraria a questa proposta.

La Crescita dell’Industria Farmaceutica Italiana tra Opportunità e Sfide Normative

L’industria farmaceutica italiana ha fatto registrare nel 2024 una crescita significativa nell’export, superando i 54 miliardi di euro e posizionando l’Italia al quarto posto tra i paesi esportatori a livello mondiale. Grazie a una rete che coinvolge oltre 71.000 professionisti distribuiti su tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sud, il nostro paese esporta farmaci in ben 193 nazioni. Questa realtà rappresenta un vero e proprio ponte di salute globale, fondato su innovazione, scienza e tecnologia che consentono già nel 2025 un’ulteriore crescita del settore stimata al 35%.

L’attenzione al settore sanitario si riflette anche nella legge di bilancio attualmente in discussione al Parlamento, che prevede un incremento delle risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale. Nonostante questo aumento, le risorse allocate agli acquisti diretti non risultano sufficienti rispetto alla crescente domanda di cure, determinata dall’invecchiamento della popolazione e dall’allungamento della vita media. Di conseguenza, si rende imprescindibile un adeguamento delle risorse per affrontare l’aumento dei bisogni sanitari in modo efficace e sostenibile.

Un aspetto critico sottolineato riguarda il meccanismo del payback, una tassa che pesa sulle imprese farmaceutiche con un importo di circa 2,5 miliardi e che è risultato insostenibile nel lungo termine. Introdotto oltre vent’anni fa come misura temporanea per la compartecipazione dei costi sanitari, questo sistema continua a essere superato dai bisogni reali legati all’invecchiamento della popolazione e rischia di limitare gli investimenti necessari per l’innovazione. Le istituzioni governative hanno dato segnali positivi bloccandone l’aumento per l’anno in corso, ma è indispensabile elaborare una strategia strutturale per la sua progressiva eliminazione entro tre anni, sfruttando strumenti normativi recentemente adottati.

A livello europeo, emerge una profonda critica nei confronti della proposta di riforma della legislazione farmaceutica avanzata dalla Commissione Europea. La contrazione dei diritti di proprietà intellettuale sembrerebbe in contrasto con le strategie adottate da Stati Uniti e Cina, che invece hanno puntato sull’estensione della protezione brevettuale per rafforzare la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci. Per l’industria italiana il rafforzamento del sistema brevettuale è una condizione essenziale al fine di mantenere la competitività e stimolare investimenti. In questo senso, il Governo italiano è stato elogiato per aver adottato una posizione ferma di opposizione contro la proposta comunitaria, difendendo così un modello più favorevole all’innovazione farmaceutica.

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