Italiana economia: tra incertezza e ricerca di stabilità sentimenti contrastanti degli italiani

Italiana economia: tra incertezza e ricerca di stabilità sentimenti contrastanti degli italiani

Italiana economia: tra incertezza e ricerca di stabilità sentimenti contrastanti degli italiani

Il monitoraggio condotto dall’EngageMinds Hub dell’Università Cattolica del Sacro Cuore rivela un’Italia caratterizzata da una stabilità percepita nelle condizioni economiche personali, con il 66% degli italiani che ritiene la propria situazione invariata. Solo l’11% dichiara di stare meglio, percentuale più alta tra i giovani e chi mostra elevato benessere psicosociale. Le aspettative per il futuro rimangono prudenti, con il 62% che pensa a una situazione stabile e il 22% prevedendo un peggioramento. Il sentimento generale verso l’economia nazionale è soprattutto pessimista, anche se la fiducia nelle istituzioni contribuisce a mitigare tale percezione negativa.

Analisi sul Sentimento Economico degli Italiani e Prospettive per il Futuro

Secondo i dati raccolti dal monitoraggio continuo dell’EngageMinds Hub della Università Cattolica di Cremona, il quadro economico percepito dagli italiani emerge con toni di stabilità ma senza note di miglioramento significative. Il 24% della popolazione ritiene che la propria situazione finanziaria sia peggiorata rispetto all’anno precedente, un dato in calo rispetto al 2022, anno che ha raggiunto un picco del 46%. Al contrario, cresce la fetta di persone che valuta il proprio stato economico come invariato, attestandosi oggi al 66%, mentre chi si dichiara in miglioramento rimane stabile all’11%. Questo indica una condizione di stabilità personale più che una reale crescita economica diffusa.

Il sentimento di ottimismo è più radicato tra specifici gruppi sociali. I giovani tra i 18 e i 34 anni mostrano un atteggiamento positivo superiore alla media, con il 18% che percepisce un miglioramento economico, mentre percentuali simili si riscontrano tra coloro che dichiarano un elevato benessere psicosociale o un forte controllo sulla propria vita. La direttrice Guendalina Graffigna sottolinea come questo ottimismo derivi non solo da fattori materiali ma anche da risorse interiori, come la capacità di pianificare o la resilienza di fronte alle difficoltà.

Guardando alle aspettative per il prossimo anno, la maggioranza degli italiani (62%) prevede una situazione economica familiare sostanzialmente stabile, mentre il 22% teme un peggioramento e solo il 16% si aspetta un miglioramento. Anche in questo ambito, i giovani e chi gode di uno stato psicologico positivo mantengono una visione più ottimistica rispetto alla media. Sul fronte nazionale, più della metà della popolazione ritiene che l’economia italiana sia peggiorata nell’ultimo anno, segnalando una diffusa sfiducia e un clima di incertezza che condizionano le prospettive future.

Un altro aspetto rilevante riguarda la percezione futura: oltre la metà degli italiani si aspetta un aumento della disoccupazione o una crisi economica, seppur con un calo rispetto ai livelli più allarmistici del 2022. Solo una piccola minoranza confida in un periodo di benessere nei prossimi cinque anni, specialmente tra chi ha fiducia nelle istituzioni o gode di una buona condizione personale. Questa cautela si riflette nel comportamento di acquisto, con la maggioranza degli intervistati che mantiene una posizione prudente riguardo a investimenti importanti per la casa, preferendo attendere prima di compiere spese significative.

Analisi del Sentimento Economico degli Italiani e Prospettive Future

Il quadro emerso dall’ultimo studio di EngageMinds Hub dell’Università Cattolica di Cremona restituisce un’immagine di cautela diffusa tra gli italiani riguardo alla propria situazione finanziaria e alle aspettative per l’anno a venire. Una quota significativa del 24% dichiara di essere in una condizione economica peggiore rispetto allo scorso anno, con una tendenza al miglioramento rispetto al picco negativo del 46% rilevato nel 2022. La maggioranza, il 66%, percepisce la propria condizione come sostanzialmente stabile, mentre l’11% riferisce di sentirsi in una situazione migliore, un dato confermato e leggermente più marcato tra i giovani e coloro con elevati livelli di benessere psicosociale e soddisfazione personale.

Le aspettative sul futuro riflettono questa prudenza generalizzata: il 62% crede che la propria situazione economica rimarrà invariata, con solo il 16% che si aspetta un miglioramento. L’ottimismo, soprattutto rilevante tra i giovani e chi manifesta una buona resilienza psicologica, si accompagna a un senso di controllo personale e alla capacità di guardare avanti con fiducia. Questi fattori psicologici giocano un ruolo cruciale, influenzando la percezione della propria realtà economica ben oltre l’effettiva condizione materiale. La lettura della propria situazione appare così sempre più legata all’incontro tra condizioni oggettive e risorse personali.

Sul piano nazionale, la valutazione della situazione economica dell’Italia è dominata da un sentiment prevalentemente negativo: oltre la metà degli intervistati (57%) ritiene che l’economia sia peggiorata rispetto all’anno precedente, mentre solo una minima parte (11%) percepisce segnali di miglioramento. I gruppi più ottimisti si individuano tra chi esprime fiducia nelle istituzioni, gli uomini, gli over 55 e chi gode di un elevato benessere personale. Si tratta di segmenti che, grazie alla stabilità o sicurezza individuale, si mostrano meno inclini a una lettura pessimistica della situazione economica generale.

L’analisi sulle prospettive economiche future indica una prevalenza di incertezza, con il 54% degli italiani che teme un aumento della disoccupazione e una crisi economica, anche se questo dato è in calo rispetto ai livelli più preoccupanti del 2022. Solo il 9% nutre aspettative di un periodo di benessere nei prossimi cinque anni. La posizione prudente si riflette anche nelle scelte di acquisto, dove la maggior parte degli intervistati mostra riserve nel compiere investimenti significativi per la casa. La fiducia nelle istituzioni appare dunque un elemento centrale per contenere il pessimismo e mantenere aperta la possibilità di un miglioramento economico futuro.

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