Nel 2025, Hollywood si avvicinò all’AI ma non portò risultati positivi.

Nel 2025, Hollywood si avvicinò all’AI ma non portò risultati positivi.

Le esperienze di Amazon, con i suoi doppiaggi generati da AI e i riepiloghi delle serie, hanno evidenziato come alcune case di produzione non stessero offrendo risultati di alta qualità. Queste problematiche hanno lasciato intendere che Amazon potesse sottovalutare l’importanza della qualità nei progetti generati dall’AI. La compagnia ha rapidamente ritirato le sue serie doppiate dalla circolazione, senza chiarire se in futuro tenterà di ripetere simili esperimenti.

Le iniziative discutibili, come l’attrice “AI” Tilly Norwood, hanno messo in evidenza come alcune aree dell’industria dell’intrattenimento stiano cercando di imporre contenuti generati dall’AI al pubblico, nonostante gli scarsi risultati ottenuti. Nessuno di questi progetti ha dimostrato in modo convincente perché dovremmo essere entusiasti di un futuro influenzato da questa tecnologia, se non per interessi di risparmio economico.

Nonostante le aspettative, non abbiamo ancora visto appieno cosa emergerà dalle collaborazioni tra Disney e OpenAI. L’anno prossimo, la presenza dell’AI a Hollywood si farà ancora più evidente, con Disney che prevede di dedicare una sezione del suo servizio di streaming ai contenuti generati dagli utenti mediante Sora, incoraggiando inoltre i propri dipendenti a utilizzare i prodotti di ChatGPT. La vera rilevanza di questo accordo è il messaggio che invia ad altri studi riguardo alle direzioni future che l’industria dell’intrattenimento potrebbe prendere.

Nonostante il parere di Disney sull’efficacia di queste innovazioni, lo studio ha comunicato chiaramente di non voler rimanere indietro nel crescente adozione dell’AI. Questo approccio potrebbe influenzare altre case di produzione a seguire il medesimo esempio, lasciando presagire un futuro in cui i consumatori dovranno confrontarsi sempre più con contenuti generati artificialmente.

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