Povertà assoluta 2024: oltre 2,2 milioni di famiglie secondo dati Istat
Nel 2024, oltre 2,2 milioni di famiglie italiane, corrispondenti all’8,4% del totale, vivono in condizioni di povertà assoluta, coinvolgendo 5,7 milioni di persone (9,8% dei residenti). Questa situazione colpisce in modo più marcato le famiglie con stranieri, con un’incidenza del 30,4%, che sale al 35,2% nel caso di nuclei esclusivamente stranieri. Il Mezzogiorno registra il tasso più alto di povertà assoluta (10,5%). I minori sono particolarmente vulnerabili, con un’incidenza del 13,8%. L’istruzione e la condizione lavorativa della persona di riferimento influiscono significativamente sul rischio di povertà, che cresce soprattutto nelle famiglie numerose e monogenitore.
Analisi della Povertà Assoluta in Italia nel 2024
Nel 2024, l’Istat stima che oltre 2,2 milioni di famiglie italiane si trovino in condizione di povertà assoluta, pari all’8,4% delle famiglie residenti, coinvolgendo circa 5,7 milioni di persone, ovvero il 9,8% della popolazione totale. Questi dati restano sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente. La povertà assoluta colpisce in maniera più marcata le famiglie con almeno uno straniero, con una incidenza del 30,4%, che sale al 35,2% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri; per contro, le famiglie esclusivamente italiane registrano una percentuale molto più bassa, pari al 6,2%. Anche la povertà relativa resta stabile, interessando il 10,9% delle famiglie e coinvolgendo oltre 8,7 milioni di persone.
La distribuzione territoriale della povertà assoluta evidenzia una maggiore incidenza nel Mezzogiorno, dove l’8,4% delle famiglie si trova in questa condizione. Seguono il Nord-ovest e il Nord-est con valori inferiori, mentre il Centro presenta i livelli più bassi. Per quanto riguarda l’età, la povertà assoluta colpisce in modo significativo le fasce più giovani e gli anziani, con i minori che raggiungono il dato più elevato dal 2014, al 13,8%. L’intensità della povertà, ossia la distanza media dalla soglia di povertà, risulta stabile a livello nazionale ma mostra un lieve aumento nel Mezzogiorno.
La dimensione familiare e il titolo di studio della persona di riferimento influenzano fortemente la situazione di povertà: le famiglie numerose e con titoli di studio più bassi presentano percentuali più alte di povertà assoluta. Anche la condizione lavorativa incide, con tassi molto elevati tra i lavoratori in cerca di occupazione o in posizioni meno qualificate. Tra le famiglie con minori, la povertà è particolarmente diffusa, coinvolgendo il 13,8% dei bambini e ragazzi residenti, con un’incidenza che supera il 20% nelle famiglie monogenitore o composte da più nuclei familiari.
Infine, la cittadinanza emerge come un fattore determinante della condizione economica: le famiglie con soli stranieri presentano livelli di povertà assoluta molto più elevati rispetto a quelle con soli italiani o formate da entrambi i gruppi. Sebbene la maggior parte delle famiglie povere siano italiane, la quota di famiglie straniere in povertà è cresciuta negli ultimi dieci anni, segnando un aumento significativo di questo fenomeno soprattutto nelle aree metropolitane.
Analisi sulla Povertà Assoluta in Italia nel 2024: Dati e Tendenze
Nel 2024, l’Istat rileva che più di 2,2 milioni di famiglie italiane vivono in povertà assoluta, pari all’8,4% delle famiglie residenti, coinvolgendo complessivamente circa 5,7 milioni di individui, ovvero il 9,8% della popolazione residente. Le cifre restano sostanzialmente invariate rispetto al 2023. L’incidenza della povertà si attesta più alta tra le famiglie con almeno uno straniero (30,4%), raggiungendo il 35,2% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri, mentre scende sensibilmente al 6,2% per quelle formate solo da italiani. La povertà relativa coinvolge invece circa 2,8 milioni di famiglie, con una lieve crescita tra gli individui, passando dal 14,5% al 14,9%. A livello territoriale, il Mezzogiorno mantiene i valori più elevati di povertà assoluta (10,5%), seguito dal Nord-ovest e dal Nord-est, mentre il Centro si conferma l’area con incidenza più contenuta (6,5%).
L’analisi per fasce d’età mostra che la povertà assoluta mantiene livelli stabili ma preoccupanti: riguarda il 13,8% dei minori, la quota più alta dalla serie storica dal 2014, e coinvolge circa 1,3 milioni di bambini. Tra i giovani dai 18 ai 34 anni l’incidenza è dell’11,7%, mentre si attesta al 9,5% tra i 35-64enni e al 6,4% nella popolazione over 65. Le famiglie numerose sono particolarmente esposte, con un tasso che arriva al 21,2% per nuclei con cinque o più componenti. Anche le coppie con tre o più figli presentano un’elevata vulnerabilità economica, con un’incidenza che sfiora il 20%.
La condizione lavorativa e il titolo di studio della persona di riferimento influenzano fortemente la probabilità di povertà: le famiglie con persona di riferimento con solo la licenza elementare o media presentano un’incidenza di povertà rispettivamente del 14,4% e 12,8%. Nel caso di lavoratori, la povertà colpisce maggiormente gli operai e assimilati (15,6%) e chi è in cerca di occupazione (21,3%). Tra le famiglie con minori, la povertà assoluta raggiunge il 13,8%, con punte più alte nel Mezzogiorno (16,4%) e aumenti significativi in famiglie con più figli. Anche qui emerge un divario netto a seconda della cittadinanza: le famiglie italiane con minori mostrano un’incidenza dell’8%, mentre quelle composte da soli stranieri superano il 40%.
La presenza di cittadini stranieri nelle famiglie incide marcantemente sul tasso di povertà: oltre un milione e 800mila stranieri si trovano in povertà assoluta, una percentuale cinque volte superiore rispetto agli italiani. Pur con questa differenza, la maggior parte delle famiglie povere nel Paese è composta esclusivamente da italiani. Negli ultimi dieci anni, le famiglie interamente straniere hanno mostrato un aumento significativo dell’incidenza di povertà, salendo di ben 10 punti percentuali. Questi dati evidenziano l’importanza di interventi mirati per sostenere le famiglie più vulnerabili e contrastare le disuguaglianze socio-economiche.
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