Raid in Gaza colpisce chiesa cattolica: due morti e padre Romanelli ferito, Meloni lo definisce inaccettabile.
Attacco alla Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza
ROMA (ITALPRESS) – L’ultimo attacco israeliano nella Striscia di Gaza ha gravemente colpito la comunità cattolica. Due persone sono morte e sette sono rimaste ferite in un raid che ha coinvolto la Chiesa della Sacra Famiglia, situata nella parte orientale di Gaza City. A riportare la notizia è stata l’agenzia di stampa palestinese Shahab, suscitando indignazione e preoccupazione a livello internazionale.
Tra i feriti si trova padre Gabriel Romanelli, un sacerdote che ha dedicato la propria vita al servizio della comunità locale. La notizia del suo coinvolgimento nell’attacco ha scosso molti, portando a esposizioni di solidarietà sia in Italia che nel resto del mondo. Il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha rilasciato un comunicato per esprimere la propria preoccupazione per l’incidente e per le condizioni di padre Romanelli.
Reazioni e dichiarazioni dalla politica italiana
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato di essere a conoscenza dei danni riportati dalla Chiesa e delle vite perse. In un comunicato diffuso su X, hanno dichiarato che stanno esaminando le circostanze dell’attacco e che “l’esercito fa ogni sforzo fattibile per mitigare i danni ai civili e alle strutture civili, compresi i luoghi di culto”. La dichiarazione, pur cercando di minimizzare la responsabilità, è stata ricevuta con scetticismo da molte figure pubbliche.
Nel contesto italiano, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso il proprio disappunto: “I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale comportamento”. Queste parole hanno raccolto consensi ma anche critiche, poiché molti ritengono che le azioni del governo italiano non siano sufficientemente incisive in merito alla situazione in Medio Oriente.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha aggiunto: “Gli attacchi dell’esercito israeliano contro la popolazione civile a Gaza non sono più ammissibili. L’atto di raid di questa mattina, che ha colpito anche la Chiesa della Sacra Famiglia, è un gravissimo attacco a un luogo di culto cristiano. Voglio esprimere la mia vicinanza a padre Romanelli, che è rimasto ferito durante il raid. È tempo di fermarsi e trovare la pace”.
Dichiarazioni dure arrivano anche dall’opposizione. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha commentato: “I raid israeliani hanno colpito anche una chiesa che ha aperto le porte ai bambini di Gaza. Ci sono morti, e il governo ha dovuto bocciare la mia proposta di stracciare il memorandum di cooperazione militare fra Italia e Israele. Ora Meloni e il suo governo ci risparmino ipocrisie, dati i silenzi e la complicità mostrata fino ad oggi”.
Il contesto umano e culturale della crisi
Questa serie di eventi non è solo una questione politica, ma ha profondi risvolti umani e culturali. Gli attacchi su luoghi di culto, in particolare contro istituzioni religiose che cercano di offrire supporto ai più vulnerabili, sollevano interrogativi sulla sensibilità umana e sulla necessità di proteggere i diritti fondamentali di tutti. Le chiese, come quella della Sacra Famiglia, hanno storicamente servito come rifugi e centri di comunità in tempi di crisi.
Fonti ufficiali hanno documentato che migliaia di civili, tra cui bambini e anziani, sono stati colpiti dal conflitto, con oltre 60.000 palestinesi riportati morti negli ultimi mesi. Le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, continuano a lanciare allarmi sulla situazione umanitaria in Gaza, sottolineando l’importanza di un numero crescente di attori globali per aiutare a mediare un cessate il fuoco e favorire negoziati di pace.
La comunità internazionale deve farsi sentire e intervenire, affinché atti come quello che ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia non siano più tollerati. La storia ci insegna che la vera pace può essere raggiunta solo attraverso il dialogo e il rispetto reciproco.
– Foto d’archivio IPA Agency –
(ITALPRESS).
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