Riforma del precariato: soluzioni efficaci per un lavoro stabile e sicuro nel futuro.
Una Proposta Riformista per il Precariato Scolastico
Il Comitato Precari Uniti per la Scuola ha presentato una proposta ben strutturata per affrontare il problema del precariato nel settore educativo, con l’intento di garantire maggiore stabilità ai docenti e continuità didattica agli studenti. Questa iniziativa si concentra sull’ideazione di una Graduatoria Unica Nazionale (GUN), progettata su base regionale. L’intento è quello di superare la frammentazione attuale di elenchi e graduatorie, offrendo un sistema più trasparente e giusto.
La Graduatoria Unica Nazionale (GUN)
La GUN rappresenterebbe un’innovazione significativa nel sistema di reclutamento degli insegnanti. Essa valorizzerebbe in maniera trasparente i titoli di studio, le idoneità concorsuali e gli anni di servizio, dando priorità ai docenti che hanno sostenuto il concorso nella stessa regione in cui desiderano insegnare. Questo approccio non solo semplificherebbe le procedure di assunzione, ma creerebbe anche un sistema più equo per i docenti in attesa di stabilizzazione.
Particolare attenzione è rivolta ai “triennalisti”, ovvero ai docenti con almeno 36 mesi di servizio. A loro è riservato l’accesso diretto alla prova orale del concorso PNRR 3, riducendo gli ostacoli legati a prove preselettive o scritte. Inoltre, la proposta introduce una definizione chiara di servizio: il docente dovrà dimostrare un’esperienza di almeno tre anni negli ultimi dieci, di cui uno specifico nella materia insegnata.
Eliminazione delle Disparità
Il Comitato ha identificato diverse disparità ritenute ingiuste nel sistema attuale, come le riserve di posti per servizio civile e le preferenze basate su sesso e anagrafe. Si prevede inoltre di sospendere temporaneamente i concorsi paralleli, permettendo così la piena attuazione della riforma proposta. Un altro aspetto significativo riguarda la mobilità intercompartimentale; tale innovazione permetterebbe ai docenti di ruolo di ricollocarsi, su base volontaria, in altri settori della Pubblica Amministrazione, facilitando l’assorbimento del precariato.
