Riposo ridotto: come i genitori possono aiutare i bambini a dormire meglio
Ciralli osserva che i bambini oggi spesso non riescono a dormire sufficientemente e sono esposti a stimoli eccessivi. “Le attività extra-scolastiche come sport, canto e teatro possono risultare troppo impegnative”, afferma. “È essenziale che i bambini imparino a gestire il proprio tempo libero e ad affrontare anche i momenti di noia”.
Particolarmente per la fascia d’età 6-10 anni, si consiglia di pianificare sole 1-2 attività sportive a settimana. Questo non soltanto promuove l’organizzazione e l’inclusione, ma anche il rispetto per i tempi di riposo. Alcuni studi dimostrano che i bambini che praticano sport tendono a fare meglio a scuola. È importante, perciò, che nei primi giorni di ritorno in classe, ci sia comprensione verso le difficoltà di adattamento, poiché i bambini potrebbero sentirsi spaesati e avere difficoltà a rientrare nella routine scolastica.
I genitori devono adottare un approccio equilibrato: sono loro a dover guidare i figli nel rientro a scuola, senza cedere alle pressioni esterne o alle imposizioni di un’agenda troppo fitta. “È importante mantenere una certa determinazione, affinché i piccoli comprendano che la routine è un valore, mentre le attività extra devono rimanere un’aggiunta, non un obbligo”, conclude Ciralli.
In questo contesto, quindi, la regolarità nel sonno, una corretta organizzazione delle attività e lo sviluppo delle autonomie sono pilastri fondamentali per garantire un rientro a scuola sereno e produttivo per i giovani.
Fonte: Hospital Humanitas San Pio X, intervista di Marco Klinger per Medicina Top – Italpress.
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