Save the Children: in Italia oltre un milione di bimbi vive in povertà

Save the Children: in Italia oltre un milione di bimbi vive in povertà

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È allarme per la condizione di povertà in cui vivono i bambini nel nostro Paese. Il dato emerge dal nuovo rapporto sulla povertà educativa in Italia di Save the Children.

Rapporto presentato in occasione del rilancio della campagna per il contrasto alla povertà educativa.

Alcuni dati

I servizi per l’infanzia sono garantiti solo per il 5 per cento dei bambini e quasi la totalità delle classi della scuola primaria (83 per cento) e secondaria di primo grado (94 per cento) non ha il tempo pieno.

Un ragazzo su 5 abbandona gli studi prima del tempo.  3 bambini su 4 non usufruiscono del servizio mensa. Più della metà di bambini e ragazzi (67 per cento) non partecipa ad attività culturali e ricreative.

In Italia

In Italia la percentuale di minori in povertà assoluta – oltre 1,1 milioni – è quasi triplicata negli ultimi 10 anni.  Dal 3,9% della popolazione di riferimento nel 2005 si è passati al 10,9% nel 2015.

È raddoppiata (dal 12,6% al 20,2% nello stesso arco di tempo) quella di minori in povertà relativa, più di 2 milioni di bambini e adolescenti.

Nonostante il numero di ragazzi che abbandonano precocemente gli studi si sia più che dimezzato negli ultimi 23 anni (passando dal 38% del 1992 al 15% del 2015), il nostro resta indietro rispetto agli altri Paesi della Ue.

La media è dell’11% – posizionandosi al quartultimo posto nella classifica dei Paesi per ‘early school leavers’, seguito soltanto da Romania (19%), Spagna e Malta (20%). Più di 1 ragazzo su 10 abbandona gli studi prima del tempo.

L’istruzione

La percentuale di alunni che non raggiungono le competenze minime in matematica è scesa di ben 10 punti.

Dal 33% del 2006 al 23% del 2015, ma il trend positivo si è arrestato negli ultimi 6 anni (paesi come Cina, Russia e Vietnam presentano percentuali molto più basse dell’Italia, comprese tra il 16% e il 19%).

Il numero dei ragazzi che non partecipano ad attività culturali, ricreative e sportive è aumentato invece di 6 punti.

Dal 2010 al 2013 (passando dal 59 al 65%), attestandosi attualmente al 60%, in pratica tre su 5.

Un minore su 10 tra i 6 e i 17 anni di età nel 2016 non è mai andato al teatro o al museo. Non ha visitato mostre, monumenti o siti archeologici, non ha fatto sport con assiduità. Non ha letto nemmeno un libro e non ha utilizzato internet ogni giorno.

Al sud la situazione peggiore

Le maggiori privazioni educative per i minori si registrano al sud, con ritardi importanti che non risparmiano tuttavia le regioni del centro e del nord.

La povertà economica ed educativa dei genitori viene trasmessa ai figli, che da adulti, potrebbero essere a rischio povertà ed esclusione sociale.

Un circolo vizioso che coinvolge e compromette il futuro di oltre un milione di bambini e che va immediatamente spezzato.

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