Scuole senza voti: una sfida educativa possibile e innovativa per il futuro degli studenti.
Il panorama educativo italiano è da tempo in una condizione di tensione, sospeso tra il desiderio di equità formativa e la pressione verso modelli valutativi che favoriscono la selezione sociale. In questo contesto, il sistema di voti emerge come elemento controverso. Il professor Cristiano Corsini, esperto di pedagogia e valutazione, ha affrontato questo tema fondamentale il 25 ottobre scorso al Palazzo del Ridotto di Cesena durante l’Agorà Festival. Il suo intervento ha fornito una cornice teorica rigorosa per spiegare sia l’utilità che i danni derivanti dalla valutazione numerica nella scuola.
La Critica al Sistema di Voti
Corsini ha avviato la sua analisi con una riflessione semiotica sul voto, definito come una mera sintesi che comunica una valutazione. Questa apparente semplicità è il motivo della sua pericolosità: il voto fallisce nel rappresentare la complessità dell’apprendimento e genera una competizione tra gli studenti, trasformando la scuola da un ecosistema di collaborazione a un’arena di rivalità. Un’analisi storica mostra che la valutazione numerica ha origini selettive, non diagnostiche. Documenti come i “Cataloghi per le scuole elementari” di Torino del 1851 testimoniano come questo metodo sia stato concepito più come strumento burocratico e sociale per escludere che come mezzo per educare.
I danni provocati dai voti si manifestano su diversi livelli. A livello psicologico, possono compromettere la motivazione intrinseca degli studenti, sostituendola con ansia e ricerca di incentivi esterni. Pedagogicamente, distolgono l’attenzione dai feedback utili forniti dagli insegnanti, ed infine, a livello sociale, perpetuano una correlazione tra status socio-economico e voti alti, legittimando il privilegio di partenza come merito personale nella scuola.
Di fronte a questo paradigma diseducativo, emerge il concetto di valutazione autentica e formativa. Questa nuova visione si concentra sul processo piuttosto che sul prodotto, spostando l’attenzione dal giudizio alla feedback. Strumenti descrittivi e orientativi sono preferiti ai numeri, trasformando l’errore in una risorsa per la costruzione del sapere.
Evidenze Empiriche a Supporto della Valutazione Formativa
La validità di questa prospettiva non è solo teorica: uno studio su 227 studenti di un liceo ha messo in relazione l’uso di voti e di feedback descrittivi in itinere, mostrando che la scelta del metodo di valutazione influisce significativamente sull’attivazione didattica. Questo dato evidenzia che la modalità di valutazione non è neutrale, ma riflette direttamente la metodologia didattica in uso.
Una didattica che fa uso di valutazione formativa risulta essere più attiva e centrata sull’apprendimento, in contrasto con il modello tradizionale caratterizzato dalla burocrazia e dalla trasmissione unidirezionale del sapere. Esiste, quindi, un legame indissolubile tra didattica e valutazione che invita a riflettere criticamente sul comportamento degli insegnanti, spesso circondati da una ripetitività preoccupante.
