Scuole senza voti: una sfida educativa possibile e innovativa per il futuro degli studenti.

Scuole senza voti: una sfida educativa possibile e innovativa per il futuro degli studenti.

La resistenza al cambiamento non è solo una questione metodologica; affonda le radici nell’esercizio del potere. L’uso persistente del voto testimonia un modello pedagogico autocratico, dove i criteri di valutazione sono dichiarati ma non negoziati. In questo scenario, molti insegnanti sembrano sentirsi attratti dal potere e dall’autorità all’interno delle loro “classi come regni” personali.

Questa ripetitività si traduce in un’incapacità professionale di adottare un modello di valutazione democratica e partecipativa, trattando lo studente come mero oggetto di misura anziché come soggetto attivo nel proprio percorso di apprendimento. La riluttanza a rinunciare alla sintesi numerica è sintomatica di un approccio didattico che privilegia la misura delle certezze piuttosto che l’analisi del progresso e della crescita degli studenti.

Nonostante le raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione e le evidenze scientifiche, la resistenza culturale e istituzionale all’abbandono del voto rimane un ostacolo primario. Il conflitto tra inclusione e necessità di selezione (rappresentato da voti e classifiche) continuerà a manifestarsi, specialmente in una società che esalta la competitività e il ranking.


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