Sintomi iniziali più comuni della miastenia gravis da riconoscere subito

Sintomi iniziali più comuni della miastenia gravis da riconoscere subito

La miastenia gravis è una malattia autoimmune cronica caratterizzata da debolezza muscolare che si...

La miastenia gravis è una malattia autoimmune cronica caratterizzata da debolezza muscolare che si intensifica con l’attività e migliora con il riposo. Colpisce principalmente i muscoli degli occhi, del volto, della gola, del collo e degli arti. Riconoscere i sintomi precoci è fondamentale per una diagnosi tempestiva e un trattamento efficace.

Quali sono i sintomi iniziali della miastenia gravis?

I segni più comuni all’esordio includono:

  • Ptosi, cioè la caduta di una o entrambe le palpebre
  • Visione offuscata o doppia
  • Difficoltà nella deglutizione
  • Modifiche dell’espressione facciale
  • Problemi di parola e di articolazione del linguaggio
  • Affaticamento muscolare
  • Difficoltà masticatorie
  • Respiro corto o difficoltoso
  • Problemi nel camminare o nel mantenere la postura
  • Debolezza agli arti superiori e inferiori

In casi rari, la debolezza può arrivare a compromettere la funzione respiratoria, portando a una crisi miastenica che necessita di intervento medico urgente. Questo evento colpisce circa il 15-20% dei pazienti e può essere scatenato da infezioni, stress, interventi chirurgici o reazioni a farmaci specifici.


Cause e fattori di rischio della miastenia gravis

La miastenia gravis si sviluppa quando il sistema immunitario produce anticorpi che bloccano o distruggono i recettori dell’acetilcolina nel punto di innesto tra nervi e muscoli, impedendo così la normale contrazione muscolare. Questi autoanticorpi possono anche interferire con proteine specifiche come la chinasi tirosina muscolo-specifica.

Il ruolo della ghiandola del timo è significativo, poiché questa struttura è coinvolta nella regolazione delle funzioni immunitarie e nella produzione di cellule T che possono attaccare i recettori dell’acetilcolina.

I fattori di rischio includono l’età e il sesso: la malattia compare più frequentemente nelle donne tra i 20 e i 30 anni e negli uomini tra i 60 e gli 80 anni. Le donne in età fertile hanno una probabilità doppia rispetto agli uomini di sviluppare la condizione.

Alcuni elementi possono aggravare i sintomi, come lo stress emotivo, le infezioni, il periodo mestruale, interventi chirurgici recenti, e l’assunzione di alcuni farmaci per malattie come la malaria, aritmie cardiache e tumori.


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