Spotify affronta finalmente il problema delle canzoni clone generate dall’IA.

Spotify affronta finalmente il problema delle canzoni clone generate dall’IA.

Fifteen etichette discografiche e distributori musicali hanno già aderito all’adozione di queste nuove modalità di disclosure. Tuttavia, non esiste ancora una tempistica specifica per il rilascio degli standard, e le etichette saranno tenute ad aggiornare i loro processi per la consegna delle informazioni di accredito a Spotify.

In aggiunta, la piattaforma ha intensificato le sue misure contro l’appropriazione indebita, definendola come l’uso della voce di un artista senza autorizzazione, che comprende cloni vocali AI, deepfake e altre forme di replica vocale non autorizzata. Duboff ha sottolineato che questi problemi sono di particolare rilevanza per la comunità musicale.

Spotify sta anche introducendo un filtro per il “musica spam” nelle prossime settimane o mesi. Questo strumento è progettato per identificare coloro che tentano di sfruttare il sistema. Tra le tattiche comuni utilizzate dagli spammer ci sono il caricamento di brani con una durata leggermente superiore ai 30 secondi per accumulare riproduzioni paganti, oppure il caricamento degli stessi brani più volte con metadati leggermente diversi. Negli ultimi dodici mesi, Spotify afferma di aver rimosso ben 75 milioni di brani considerati spam.


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