Sviluppo competitivo dell’economia del mare: la nuova strategia di Confindustria.

Sviluppo competitivo dell’economia del mare: la nuova strategia di Confindustria.

L'economia del mare si conferma un settore cruciale per l'Italia, con un valore di 216,7 miliardi...

L’economia del mare si conferma un settore cruciale per l’Italia, con un valore di 216,7 miliardi nel 2025 e un impatto diretto del 11,3% sul PIL. Confindustria ha sviluppato un piano d’azione incentrato su infrastrutture, flotte e competenze, volto a migliorare competitività e sostenibilità. I porti italiani necessitano di investimenti per modernizzarsi e diventare hub energetici, mentre la pesca richiede un rinnovamento della flotta. Cruciale è anche l’adeguamento dei percorsi formativi alla domanda di lavoro, promuovendo competenze specializzate. È necessario un dialogo costante tra istituzioni e imprese per affrontare le sfide del settore.

Strategie per l’Economia del Mare: Sostenibilità e Competitività

L’economia del mare si rivela un settore di rilevante importanza per l’economia italiana, contribuendo in modo determinante al Pil e creando opportunità occupazionali. Con un valore totale di 216,7 miliardi nel 2025 e un impatto diretto di 74,6 miliardi, questo settore rappresenta l’11,3% del Pil nazionale, coinvolgendo oltre 230mila aziende e un milione di lavoratori.

In questo contesto, il gruppo tecnico di Confindustria ha elaborato un piano d’azione basato su tre pilastri: Infrastrutture e portualità, Vettori e flotte, Persone e competenze. Le strategie proposte mirano a potenziare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e nel mercato globale, attraverso una governance efficace e investimenti strategici in infrastrutture.

Il documento strategico presentato da Mario Zanetti evidenzia l’importanza di un approccio condiviso tra industria e istituzioni per garantire competitività. Investimenti mirati nei porti italiani sono cruciali per la modernizzazione e la sostenibilità. È fondamentale che i porti diventino hub energetici, favorendo l’elettrificazione e l’uso di combustibili alternativi, oltre a semplificare la governance per migliorare l’efficienza operativa.

Quanto al settore della pesca, è necessario rinnovare la flotta per aumentarne sicurezza ed efficienza. Le politiche europee attuali possono limitare l’espansione delle licenze, ma un rinnovamento delle imbarcazioni può migliorare la competitività. Inoltre, la mancanza di manodopera specializzata rappresenta una sfida da affrontare, rendendo indispensabile un adeguamento dei percorsi formativi alle esigenze del mercato. Incentivi alle assunzioni di giovani e un dialogo rafforzato tra istituzioni e settore privato risultano essenziali per favorire il corretto incontro tra domanda e offerta lavorativa. Confindustria si propone come interlocutore chiave per affrontare queste problematiche e incoraggiare uno sviluppo sostenibile e competitivo.

Strategie per Sostenere e Potenziare l’Economia del Mare Italiana

L’economia del mare gioca un ruolo fondamentale per l’Italia, contribuendo in modo significativo al Pil e all’occupazione. Nel 2025, il valore totale di questo settore ha toccato i 216,7 miliardi di euro, di cui 74,6 miliardi di impatto diretto, corrispondente a circa l’11,3% del Pil nazionale. Questo panorama vede attive oltre 230mila imprese e più di un milione di lavoratori.

Il gruppo tecnico di Confindustria dedicato all’economia del mare ha delineato un piano d’azione basato su tre pilastri: infrastrutture e portualità, flotta e vettori, e sviluppo delle competenze. L’intento è di promuovere politiche che sostengano la competitività del settore, con l’obiettivo di rafforzare la posizione dell’Italia nel Mediterraneo e nei mercati globali. Mario Zanetti, delegato di Confindustria, ha presentato un documento strategico focalizzato su questi obiettivi, sottolineando l’importanza di una governance funzionante e di investimenti mirati.

Particolare attenzione viene dedicata ai porti italiani, centralissimi per il commercio e il turismo. È urgente modernizzare le infrastrutture, migliorare l’intermodalità e abbattere l’impatto ambientale. È cruciale sfruttare al meglio i fondi del Pnrr, semplificando la governance portuale per rendere la gestione più efficace e centrale. I porti devono anche evolversi in hub energetici, tramite progetti di elettrificazione e investimenti in combustibili alternativi.

Il settore della pesca necessita di un rinnovamento della flotta per potenziare sicurezza ed efficienza. Le politiche europee possono limitare l’accesso a nuove licenze, ma rinnovare le imbarcazioni esistenti può migliorare la competitività senza aumentare la pressione sulle risorse. Infine, la mancanza di personale qualificato rappresenta una delle principali sfide, rendendo necessario un allineamento tra le offerte formative e le esigenze del mercato, nonché incentivi per le aziende che assumono giovani talenti.

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