Trombe d’aria nel bresciano, case e stalle scoperchiate: ingenti danni

Trombe d’aria nel bresciano, case e stalle scoperchiate: ingenti danni

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Almeno tre trombe d’aria si sono abbattute nelle ultime ore nella Bassa Bresciana: distrutte case e cascine a Leno.

Danni da milioni di euro

Raffiche di vento di oltre 150 chilometri orari: la conta dei danni è milionaria. Gli epicentri nel cuore della Pianura Padana: nella Bassa Bresciana, nella Bergamasca e nel Cremonese. Questi i Comuni più colpiti: Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio e Treviglio. E nel Bresciano soprattutto Leno, le sue frazioni Milzanello e Castelletto, e poi Milzano, Cigole e Pavone Mella.
Oltre 2 milioni di euro: questa sarebbe ad oggi la prima conta dei danni nel territorio di Leno. E potrebbe non essere ancora finita: un milione di euro solo a Milzanello, dove una cascina è andata completamente distrutta, e altre due parecchio danneggiate. Ferite profonde per l’azienda agricola Bellomi: la stalla è andata in parte abbattuta, il tetto scoperchiato, gli animali feriti.

Salvi gli animali dentro le stalle

Le raffiche di vento fortissime hanno abbattutto il muro della stalla, dove c’erano gli animali rimasti solo feriti e due dipendenti dell’azienda, per fortuna illesi. Scoperchiato il tetto, così come sono state scoperchiate altre due cascine confinanti.

 

Mucche e vitellini hanno rischiato di rimanere schiacciati ma sono stati spostati per tempo. Raffiche di vento fortissime e un violento nubifragio hanno sferzato tutta la zona tra Leno e Pavone Mella.

Case scoperchiate

Decine di abitazioni, almeno una trentina, di cui molte con il tetto in eternit, sono state scoperchiate e gli occupanti sono stati sgomberati, tanto che si è reso necessario anche l’intervento della Protezione civile e dei carabinieri. Alberi secolari sono stati abbattuti, le linee telefoniche e la corrente sono saltati. E a Castelletto di Leno c’è pure un campanile pericolante. Senza contare le reti antigrandine dei frutteti volate sulle case.

La tromba d’aria ha cancellato una cascina fortunatamente vuota, la San Domenico, rovesciando le sue pareti sulla strada che in quel momento era deserta.

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