Welfare 2024: spesa pubblica al 60,4% con 669,2 miliardi assorbiti

Welfare 2024: spesa pubblica al 60,4% con 669,2 miliardi assorbiti

Welfare 2024: spesa pubblica al 60,4% con 669,2 miliardi assorbiti

Nel 2024, il welfare italiano, comprendente sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione, assorbe il 60,4% della spesa pubblica, con una forte prevalenza della previdenza rispetto alla media europea. La popolazione è in declino con un aumento significativo dell’incidenza degli over-65, evidenziando l’urgenza di investire nel capitale umano per garantire sostenibilità e benessere. Il rapporto 2025 sottolinea criticità nell’istruzione, occupazione giovanile e femminile e fuga dei laureati, proponendo strategie di formazione innovativa, inclusione e prevenzione sanitaria. Migliorare queste aree potrebbe incrementare l’occupazione di 2,8 milioni e la crescita del Pil del 10,6%, rafforzando competitività e coesione sociale.

Il ruolo strategico del welfare e del capitale umano per la crescita e la sostenibilità in Italia

Nel 2024 il welfare italiano, comprendente sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione, ha assorbito 669,2 miliardi, pari al 60,4% della spesa pubblica totale, come evidenziato dal Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia”, promosso da Unipol e Teha Group. La previdenza rappresenta una quota significativa, pari al 16% del Pil, superiore alla media dell’Eurozona (12,3%), mentre istruzione e politiche sociali restano sotto tale media. Questo assetto evidenzia l’urgenza di riallocare le risorse verso investimenti che favoriscano crescita e benessere, come scuola, competenze, politiche sociali attive e prevenzione sanitaria. Tra il 2019 e il 2025 si registrano aumenti nella spesa di tutte le componenti, con continue prospettive di crescita per il breve periodo.

Dal 2014 si assiste a un calo demografico con un tasso medio annuo dello 0,4%. Il 2024 segna una nuova diminuzione delle nascite, insieme a un saldo naturale negativo. Le previsioni demografiche segnalano una popolazione in forte diminuzione entro il 2080 e un incremento dell’incidenza degli over 65, evento che comporta sfide per la sostenibilità del sistema contributivo e della domanda di servizi sociali e sanitari. Quasi un quarto della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale, con marcate differenze territoriali che riducono la mobilità sociale e compromettono il pieno utilizzo del capitale umano disponibile.

Il rapporto sottolinea l’importanza di una strategia nazionale dedicata al capitale umano, fondamentale per sostenere il welfare e rafforzare produttività e partecipazione. La spesa per istruzione rimane al di sotto della media europea, con persistenti problemi di dispersione scolastica e bassi tassi di laureati. Si raccomandano metodi formativi innovativi, una migliore valutazione della qualità e una rifunzionalizzazione delle infrastrutture. Accanto a ciò, è cruciale promuovere l’apprendimento permanente e certificarne le competenze, al fine di migliorare l’occupazione giovanile e femminile, ridurre i divari salariale e arrestare la fuga di cervelli.

Infine, la prevenzione sanitaria emerge come leva essenziale per ridurre i costi sistemici e favorire il potenziale umano lungo tutto l’arco della vita. Nonostante un ritorno stimato di 14 euro per ogni euro investito, la spesa dedicata alla prevenzione è ancora limitata. Incrementare screening, vaccinazioni, accesso a terapie innovative e modelli di assistenza continui può generare importanti benefici. L’allineamento ai livelli europei in termini di occupazione e inclusione può attivare fino a 2,8 milioni di nuovi occupati e aumentare il Pil fino al 10,6%, creando un welfare più sostenibile, equo e capace di sostenere la competitività del Paese sul lungo termine.

Welfare italiano: investire sul capitale umano per sostenere crescita e benessere

Il Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia” evidenzia che nel 2024 il welfare italiano ha assorbito 669,2 miliardi, pari al 60,4% della spesa pubblica, suddivisi tra sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione. Sebbene la previdenza pesi il 16% del Pil, superando la media europea, l’istruzione e le politiche sociali restano sotto la media, sottolineando l’importanza di riequilibrare gli investimenti verso strumenti che favoriscano crescita e inclusione come scuola, salute e servizi sociali attivi. La spesa in tutte le componenti è aumentata significativamente dal 2019 al 2025, con previsioni di ulteriori incrementi orientati verso investimenti ad alto impatto sociale.

La demografia italiana presenta sfide rilevanti: dal 2014 la popolazione è in calo, con un tasso medio annuo negativo dello 0,4% e un record minimo di nascite nel 2024. Le proiezioni indicano una forte crescita degli over-65, che nel 2050 arriveranno al 34,9%. Tale evoluzione richiede un maggiore impegno nel capitale umano, sia per compensare la riduzione della base contributiva sia per rispondere all’aumento della domanda di servizi sociali e sanitari. La condizione di disagio sociale coinvolge oltre un quinto della popolazione, con forti disuguaglianze tra regioni, rendendo necessaria una strategia nazionale centrata sulle persone.

La formazione e il lavoro rappresentano leve essenziali per valorizzare il capitale umano. L’Italia dedica solo il 3,9% del Pil all’istruzione, meno della media europea, e affronta problemi di dispersione scolastica e bassa formazione universitaria giovanile. A ciò si aggiungono tassi elevati di disoccupazione giovanile e scarsa partecipazione femminile al lavoro, insieme alla fuga di giovani laureati. È fondamentale potenziare l’aggiornamento formativo, l’apprendimento continuo e favorire condizioni che attraggano e trattengano competenze, anche attraverso l’internazionalizzazione e percorsi di carriera competitivi.

La prevenzione sanitaria si conferma un’area con ampio potenziale: allocare maggiori risorse a screening, vaccinazioni e terapie innovative può migliorare gli esiti di salute e la qualità della vita, generando ritorni economici notevoli. L’adozione di modelli organizzativi innovativi supporta la continuità delle cure e l’invecchiamento attivo. Applicando queste strategie, l’Italia potrebbe incrementare l’occupazione di oltre 2,8 milioni di persone e accrescere il Pil di più del 10%, consolidando un welfare sostenibile che coniuga sviluppo economico, coesione sociale e competitività di lungo termine.

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