Perdita continua di foresta matura nella Foresta Atlantica del Brasile nonostante le leggi di protezione.

Perdita continua di foresta matura nella Foresta Atlantica del Brasile nonostante le leggi di protezione.

Perdita continua di foresta matura nella Foresta Atlantica del Brasile nonostante le leggi di protezione.

Il drammatico destino della Foresta Atlantica in Brasile

La Foresta Atlantica del Brasile è ancora in grave pericolo, nonostante le leggi federali che dovrebbero proteggerla. Tra il 2010 e il 2020, questa area ha perso ogni anno una superficie equivalente a quella di Washington D.C. di foresta matura, principalmente a causa di deforestazione illegale per scopi agricoli e un’agricoltura altamente intensiva. È cruciale riconoscere che questa foresta non è solo un incredibile hotspot di biodiversità, ma supporta anche il 70% del PIL brasiliano e ospita quasi tre quarti della popolazione nazionale.

Deforestazione e agricoltura: la crisi della Foresta Atlantica

Le grandi aziende agricole come COFCO, Bunge e Cargill sono state accusate di contribuire alla deforestazione attraverso le loro filiere di approvvigionamento di soia, dove l’agricoltura e l’allevamento rappresentano le principali cause di perdita di foresta. Un recente studio pubblicato su Nature Sustainability ha evidenziato oltre 10.000 eventi di deforestazione, dimostrando che la perdita continua al ritmo di 18.629 ettari all’anno. Questo è particolarmente allarmante considerando che il 73% di questa deforestazione avviene su terreni privati, lasciando le aree protette e le terre indigene relativamente intatte.


La Foresta Atlantica, conosciuta in portoghese come Mata Atlântica, un tempo copriva vaste aree della costa brasiliana, estendendosi fino in Paraguay e Argentina. Ad oggi, solo il 24% della sua copertura forestale originale è rimasta. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di enforcement delle leggi esistenti, come la Legge della Foresta Atlantica del 2006, che stabilisce regole per la conservazione e permetterebbe la deforestazione solo in circostanze eccezionali.

Biodiversità unica e minacce globali

La Foresta Atlantica è un tesoro di biodiversità, ospitando circa il 5% di tutte le specie vertebrate del pianeta, compresi oltre 1.000 specie di uccelli e 300 specie di mammiferi, tra cui il raro tamarino leone nero (Leontopithecus chrysopygus). Nonostante le vittorie nella conservazione, come il recupero di questa specie in via di estinzione, è evidente che le sfide rimangono immense.

Stuart Pimm, biologo della conservazione della Duke University, sottolinea che mentre molte persone conoscono l’Amazzonia, poche sono a conoscenza della Foresta Atlantica, nonostante la validità ecologica del suo ecosistema. “È urgentemente necessario” ha dichiarato Pimm, “che i lavoratori, gli ambientalisti e le comunità locali si uniscano per preservare ciò che resta di questa straordinaria foresta.”


Le epidemie di dengue, Zika e febbre gialla sono diventate sempre più comuni, con la perdita di habitat forestale che gioca un ruolo cruciale nella diffusione di questi patogeni. È imperativo comprendere l’interconnessione tra la salute umana e la salute dei nostri ecosistemi.

Punti critici e risposte locali

Recenti ricerche hanno indicato due hotspot principali di deforestazione, uno situato negli stati orientali di Bahia e Minas Gerais, e un altro nelle aree meridionali di Paraná e Santa Catarina. In queste regioni, le aziende agricole fanno affidamento sulla falsa narrativa che le foreste non siano di fatto parte della Foresta Atlantica, il che permette alle terre di essere abbattute senza rispettare le leggi di protezione.

Uno studio di SOS Mata Atlântica ha rivelato che il disboscamento continua a essere principalmente legato alla produzione di mais, allevamento e soia. Nel 2022, oltre 50.000 ettari di soia sono stati piantati in aree deforestate della Foresta Atlantica, esponendo il legame diretto tra agribusiness e perdita dell’ecosistema.


Inoltre, diversi gruppi di agribusiness stanno operando sotto l’ombrello della deforestazione. Analisi da parte della piattaforma di trasparenza Trase hanno evidenziato che aziende del calibro di Cargill and Bunge sono tra le più colpite dalla deforestazione legata alla loro filiera di approvvigionamento di soia. La situazione diviene ancora più sorprendente, dato che questi trader sono stati trovati a importare soia da aree protette dalla legge.

Iniziative di successo nel ripristino della foresta

Nonostante la crisi, esistono storie di successo di conservazione che offrono un modello per il futuro. Il caso del tamarino leone nero è emblematico: grazie all’impegno della comunità e delle ONG, sono stati piantati oltre 2,7 milioni di alberi per collegare vari habitat forestali, aumentandone la popolazione a circa 1.800 esemplari.

Queste iniziative non solo hanno ripristinato l’ecosistema, ma hanno anche fornito opportunità economiche locali, mostrando che la conservazione può risultare pagante anche dal punto di vista economico. Secondo Laury Cullen Jr. del IPÊ, “il processo di ripristino è uno strumento potente per generare occupazione”.


Verso un futuro sostenibile

Le iniziative di ripristino della Foresta Atlantica hanno recentemente guadagnato riconoscimenti a livello internazionale, come la nomina di progetti associati come “World Restoration Flagships” durante la Conferenza delle Parti della Convenzione sulle Biodiversità delle Nazioni Unite. Queste iniziative mirano a ripristinare 15 milioni di ettari di foresta entro il 2050.

La Foresta Atlantica ha il potenziale di diventare il primo sistema tropicale al mondo a raggiungere zero deforestazione. Con un impegno globale concertato, potremmo apprendere da questi sforzi e applicare strategie simili in altre parti del mondo, affrontando così le crisi globali legate al clima e alla biodiversità.

Riferimenti

  1. Amaral, S. et al. (2025). Alarming patterns of mature forest loss in the Brazilian Atlantic Forest. Nature Sustainability. DOI:10.1038/s41893-025-01508-w
  2. Laurance, W. F. (2009). Conserving the hottest of the hotspots. Biological Conservation, 142(6), 1137. DOI:10.1016/j.biocon.2008.10.011
  3. Rezende, C. L. et al. (2018). From hotspot to hopespot: An opportunity for the Brazilian Atlantic Forest. Perspectives in Ecology and Conservation, 16(4), 208-214. DOI:10.1016/j.pecon.2018.10.002

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