Concorso docenti: la prova orale valorizza il nozionismo, mentre la scuola richiede competenze pratiche.

Concorso docenti: la prova orale valorizza il nozionismo, mentre la scuola richiede competenze pratiche.

Concorso docenti: la prova orale valorizza il nozionismo, mentre la scuola richiede competenze pratiche.

Il cambiamento del modello educativo in Italia

Negli ultimi anni, il sistema scolastico italiano ha avviato un cambiamento significativo verso un approccio educativo che pone al centro le competenze degli studenti. Questa orientamento mira a sviluppare abilità quali la capacità di argomentare, il pensiero critico, la collaborazione, la risoluzione di problemi e il pensiero metacognitivo. È importante sottolineare che non si tratta di un’abdicazione delle conoscenze, ma piuttosto di una riassegnazione del loro valore, integrandole in un contesto di apprendimento più dinamico e vicino alla vita reale. Questo approccio è in linea con l’idea di “apprendimento significativo” formulata dallo psicologo David Ausubel negli anni ’60.

La domanda che sorge spontanea è: perché questa attenzione per le competenze sembra svanire quando si tratta di valutare i futuri docenti? Questo interrogativo merita una riflessione più profonda.

Mi chiamo Andrea Accanito e sono un insegnante di discipline letterarie a Parma. Durante il concorso per docenti, in particolare nella fase della prova orale, ai candidati viene richiesta una risposta a una domanda estratta a sorte. Molto spesso, questo quesito richiede una risposta puramente teorica o, in alcuni casi, meramente nozionistica. Si tratta di un esercizio di memoria che ha poco a che vedere con le competenze pratiche necessarie per gestire una classe e stimolare un pensiero critico tra gli studenti.


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