Spesa mensile delle famiglie stabile nel 2024, confermano i dati Istat

Spesa mensile delle famiglie stabile nel 2024, confermano i dati Istat

Spesa mensile delle famiglie stabile nel 2024, confermano i dati Istat

Nel 2024 la spesa media mensile delle famiglie italiane si attesta a 2.755 euro, stabile rispetto al 2023, ma superiore del 7,6% rispetto al 2019 pre-Covid. Le differenze territoriali sono marcate, con il Nord-est che registra la spesa più alta, il Sud la più bassa, e una forbice del 37,9% tra le due. Le famiglie italiane spendono quasi un terzo in più rispetto a quelle con componenti stranieri. La spesa alimentare rimane stabile nonostante l’inflazione, mentre aumentano gli acquisti di oli, grassi e frutta. Cresce la spesa per ristorazione, mentre diminuiscono quelle per informazione e comunicazione. Circa un terzo delle famiglie limita l’acquisto di cibo e bevande.

Andamento della spesa media delle famiglie italiane nel 2024

Nel 2024 la spesa mensile media per i consumi delle famiglie italiane si attesta a 2.755 euro in valori correnti, rimanendo stabile rispetto all’anno precedente, che registrava 2.738 euro. Secondo i dati Istat, la differenza percentuale tra la spesa più elevata del Nord-est e quella più bassa del Sud è pari al 37,9%. Le famiglie composte esclusivamente da italiani continuano a spendere quasi un terzo in più (+31,8%) rispetto a quelle con membri stranieri. Dopo due anni consecutivi, la spesa supera il livello pre-pandemia, che nel 2019 era di 2.561 euro. Tra il 2019 e il 2024, la spesa delle famiglie è cresciuta del 7,6%, mentre l’inflazione cumulata nello stesso periodo, misurata dall’Indice armonizzato dei prezzi al consumo, ha raggiunto il 18,5%. Poiché i consumi sono distribuiti in modo asimmetrico e maggiormente concentrati su livelli medio-bassi, la spesa mediana, cioè quella che divide a metà il numero di famiglie, è più bassa di quella media e si attesta a 2.240 euro nel 2024.

Le uscite destinate ai prodotti alimentari e bevande analcoliche risultano stabili rispetto al 2023 nonostante una riduzione del tasso annuo di inflazione nel settore (2,5% contro il precedente 10,2%). La quota di famiglie che hanno cercato di limitare quantità e qualità di cibo acquistato resta pressoché invariata, al 31,1%. Crescono in modo significativo la spesa per oli e grassi, che raggiunge 18 euro mensili (+11,7%), e quella per la frutta, inclusa quella a guscio, con un incremento del 2,7% a 45 euro al mese. La spesa non alimentare si attesta in media a 2.222 euro al mese, rappresentando l’80,7% del totale, con valori che variano dai 3.032 euro del Nord-est ai 2.199 euro del Sud. La maggior parte delle categorie non alimentari mostra una stabilità generale, fatta eccezione per i servizi di ristorazione e alloggio, che aumentano del 4,1%, continuando il processo di recupero post-pandemia, benché a ritmi più lenti rispetto all’anno precedente.

Nel 2024, circa un terzo delle famiglie riferisce di aver ridotto la spesa per cibo (31,1%) e bevande (35,3%) rispetto all’anno precedente. La voce di spesa più frequentemente limitata riguarda abbigliamento e calzature: escludendo il 4,3% di famiglie che non sostiene questa spesa, la quota di chi l’ha ridotta è del 47,5%, con un’incidenza maggiore nel Mezzogiorno (57,6%). La maggior parte delle famiglie non ha modificato i propri comportamenti di acquisto per sanità (78,6%) e per la cura e igiene personale (63,3%). Le quote di chi non ha cambiato le spese per carburanti e viaggi risultano in aumento nel Centro Italia, raggiungendo rispettivamente il 72,3% e il 59,5%, mentre nel Nord si registra il valore più alto per la stabilità delle spese sui carburanti, con il 76,9%.

La distribuzione della spesa mostra differenze regionali e variazioni nelle categorie di consumo, rispecchiando le condizioni economiche e le abitudini delle famiglie italiane nel 2024. Questi dati evidenziano come le dinamiche di spesa siano influenzate sia dalla composizione della famiglia sia dalle variazioni dei prezzi, con segnali di ripresa nei servizi di ristorazione e alloggio e un’attenzione marcata alla gestione del bilancio familiare in vari comparti di consumo.

Consumi delle famiglie italiane nel 2024: tendenze e variazioni territoriali

Nel corso del 2024, la spesa media mensile per i consumi delle famiglie italiane si attesta a 2.755 euro, mostrando una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente, quando era di 2.738 euro. L’Istat evidenzia differenze territoriali significative, con il Nord-est che registra la spesa più alta e il Sud la più bassa, con un divario percentuale del 37,9%. Le famiglie esclusivamente italiane continuano a spendere quasi un terzo in più (+31,8%) rispetto a quelle con componenti stranieri. Si osserva un incremento complessivo della spesa dal 2019 al 2024 del 7,6%, nonostante l’inflazione abbia registrato un aumento del 18,5% nello stesso periodo. Il valore mediano di spesa, che divide la popolazione familiare in due metà uguali, è inferiore alla media e si attesta a 2.240 euro.

Le spese legate a prodotti alimentari e bevande analcoliche restano sostanzialmente invariate rispetto al 2023, nonostante una notevole riduzione del tasso di inflazione che passa dal +10,2% al 2,5%. La quota di famiglie che ha cercato di contenere la quantità o la qualità degli alimenti acquistati si mantiene stabile intorno al 31%. Si registra una crescita marcata negli acquisti di oli e grassi, con un aumento dell’11,7% a 18 euro mensili, e della frutta, che sale a 45 euro mensili (+2,7%). La componente non alimentare rappresenta l’80,7% della spesa totale, mediate a 2.222 euro mensili, con un’ampia differenza tra Nord-est e Sud. Tra le categorie non alimentari, emerge una ripresa modesta ma costante nei servizi di ristorazione e alloggio, aumentati del 4,1%, mentre la spesa per informazione e comunicazione diminuisce.

Un terzo delle famiglie continua a dichiarare di aver ridotto quantità o qualità di alimenti e bevande rispetto all’anno precedente. L’area della spesa in cui il contenimento risulta più evidente è quella per abbigliamento e calzature, con quasi la metà delle famiglie che ha ridotto questa voce, percentuale che raggiunge il 57,6% nel Mezzogiorno. Contraendo la spesa per prodotti non essenziali, molti nuclei familiari mantengono invece stabili le spese per sanità e per la cura personale. Le famiglie che non hanno modificato i propri comportamenti di spesa per carburanti e viaggi aumentano nelle regioni del Centro, dove si registra anche un incremento del grado di mantenimento delle abitudini di spesa rispetto agli anni precedenti.

Nel complesso, il quadro dipinto dall’Istat riflette scenari diversificati a livello territoriale e per composizione familiare. Mentre si evidenziano recuperi parziali in alcune categorie, molte famiglie si mostrano ancora attente a contenere spese, specialmente in ambiti come abbigliamento e prodotti alimentari, bilanciando così l’impatto dell’inflazione e i mutamenti delle abitudini di consumo nel corso del tempo.

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