Acqua, un bene comune costoso per le Isole minori

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La realizzazione e la messa in funzione di impianti di dissalazione a terra nelle isole minori italiane, e in particolare in quelle siciliane, sta continuando a mostrare criticità evidenti nella produzione e nella fornitura di acqua potabile per le lunghissime tempistiche realizzative necessarie all’entrata in funzione degli stessi impianti; per gli elevatissimi costi di gestione e manutenzione; per la scarsa qualità dell’acqua immessa nella rete – causa di profondi disagi per gli abitanti e motivo che concorre allo spopolamento – e per l’inquinamento ambientale prodotto dallo scarico in mare, vicino alla costa, di massicce quantità di salamoia fortemente impattante e spesso contaminata da reagenti chimici.

Sono queste le maggiori evidenze scaturite dallo studio “Costi ambientali ed economici della dissalazione”, curato da Roberto Di Vincenzo e Giuseppe Taverna, i cui dati sono stati presentati alla conferenza stampa “Crisi idrica: soluzioni normative e tecnologiche verso la Giornata Mondiale dell’Acqua” promossa da Fondazione UniVerde e Marevivo.

Le relazioni tecniche dei due esperti sul case study delle Isole minori siciliane indicate un costo elevato che si attesta intorno ai 12 euro/mc. Gli elevatissimi consumi energetici sono un fattore rilevante, con costi di gestione annua per oltre 12 milioni di euro a Lipari e Lampedusa, 8,3 milioni di euro a Pantelleria, 3,4 milioni di euro a Vulcano e 2,8 milioni di euro a Ustica.

L’architetto Giuseppe Taverna mette in luce lacune e inadeguatezze del sistema di approvvigionamento idrico delle isole siciliane, contribuendo al degrado della qualità della vita e allo spopolamento dei territori.

Fondazione UniVerde e Marevivo sollecitano maggiore attenzione alle sfide e ai costi dell’approvvigionamento idrico alle isole minori italiane, promuovendo modelli sostenibili da un punto di vista ambientale ed economico.

Il dibattito riguardo alla siccità si intensifica, con proposte di soluzioni alternative e sostenibili per la fornitura di acqua potabile. L’utilizzo di dissalatori mobili marini è considerato una valida risposta alle sfide idriche delle isole minori.

La legge “Salvamare” si proponeva di colmare il vuoto normativo esistente, ma alcuni obblighi sono stati cassati, rendendo necessaria una maggiore attenzione alla gestione ambientale e sanitaria degli impianti di dissalazione.

L’utilizzo di dissalatori mobili marini rappresenta una risposta innovativa, efficace e sostenibile alle esigenze idriche delle isole minori italiane, riducendo costi e impatti ambientali.

Fondazione UniVerde e Marevivo hanno promosso appuntamenti e incontri per sensibilizzare sul tema, puntando a norme e soluzioni più sostenibili per l’approvvigionamento idrico alle isole minori italiane.

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